Lo ammetto: inizialmente mi sono scagliata anche io, sull'onda dell'indignazione popolare. Stamattina, però, in un felice stato di rilassamento domenicale, che notoriamente consente ai neuroni di vagare liberi e indisturbati e accoppiarsi liberamente fra loro per partorire pensieri inutili, mi è venuta voglia di capire meglio. Il fatto è stato riportato da tutti i giornali (non metto un link ad uno qualunque dei notiziari online che se ne sono occupati per un preciso motivo, che spiegherò fra un attimo) e sarebbe questo: nel test di ammissione al corso di laurea in professioni sanitarie della Sapienza di Roma ci sarebbe stata una domanda così concepita:
“Nei pressi del noto liceo Tacito di Roma si trova la “grattachecca di Sora Maria”, molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare con quali gusti viene realizzata? Menta, limone, amarena oppure cioccolato…”
Così posta, la domanda è effettivamente assurda. Presuppone che tutti sappiano cos'è una grattachecca, e non si riesce effettivamente a capire – io almeno, se l'avessi avuta davanti così posta non avrei saputo che rispondere – la logica della domanda. E questo perchè il ghiaccio tritato (base della grattachecca) si può mangiare condito con sciroppi di ogni gusto, fra i quali sicuramente rientrano quello alla menta e quello all'amarena, e non escluderei che esista anche lo sciroppo al cioccolato, magari inserito di recente, anche se la granita al cioccolato è meno usuale. Quindi quale sarebbe la risposta esatta? Inoltre, tutti i giornali riportano la questione come inserita nel più vasto problema della serietà / attendibilità / pertinenza dei quesiti di cultura generale riportati nei vari test di ammissione alle facoltà a numero chiuso. Questo, dunque, presuppone che non sarebbe servita nemmeno la logica, a risolvere il quesito: se è una domanda di “cultura generale” si presuppone una accezione per così dire storica della domanda e della risposta; ovvero, per rispondere, io avrei dovuto proprio conoscere QUEL chiosco di granite, proprio quello, e sapere qual è il gusto (uno solo?) col quale si può condire il ghiaccio tritato in QUEL chiosco, a prescindere dai modernismi che possono farmi chiedere – e ottenere, oggi – una granita al gusto puffo.
Attenzione però a quei tre puntini finali. Moltissimi quotidiani on line riportano la domanda così, con quei tre puntini, che dubito possano esistere nella versione originale della domanda. Nella impossibilità di poter leggere il testo dei quiz in versione originale, e siccome non mi fido dei giornalisti, azzardo una ipotesi. In due passi.
1. supponiamo per un attimo che le possibile 4 risposte non fossero “menta, limone, amarena oppure cioccolato”, ma fossero risposte che contenevano 4 GRUPPI di gusti, di cui per piaggeria e comodità i giornalisti (o perchè i giornalisti on line copiano gli uni dagli altri) abbiano riportato solo il primo (gruppo). Supponiamo cioè che la domanda fosse così posta:
“Nei pressi del noto liceo Tacito di Roma si trova la “grattachecca di Sora Maria”, molto nota tra i giovani romani. Sapresti indicare con quali gusti viene realizzata?
a. menta, limone, amarena, cioccolato
b. menta, limone, amarena, benzina
c. menta, limone, amarena, Nutella
d. menta, limone, amarena, cocco
2. Supponiamo inoltre che la domanda non sia stata inserita nella Sezione “Cultura generale”, ma nella Sezione “Logica deduttiva”.
In queste due ipotesi sono in qualche modo confortata da una intervista nella quale un rettore Frati palesemente nervoso dichiara che la domanda serviva “a far ragionare, non a conoscere i gusti della grattachecca” (gli elementi benzina e Nutella li ha introdotti lui, infatti, non me li sono inventati), e da una intervista (minuto 00:31) alla Sora Gabriella, figlia della Sora Maria titolare del chiosco famigerato, che dichiara che “la vera ricetta originale della grattachecca prevede amarena, tamarindo, arancio, con pezzetti di cocco e limone”, quindi un GRUPPO di ingredienti, tutti allegramente mischiati al ghiaccio tritato nello stesso bicchiere.
Se così fosse, la domanda risulta forse un filo meno oscura: devo scartare per logica GRUPPI di gusti, e questo ovviamente per la presenza, in ciascun gruppo, di un gusto impossibile o meno probabile. Scarto quindi la risposta b., la c., resto un attimo incerta fra la a. e la d., poi mi convinco che cocco è un gusto più da granita della cioccolata, e metto la crocetta su d).
Resterebbe intatta la perplessità sul termine “grattachecca”, che effettivamente, in un test a livello nazionale, avrà messo inutilmente in difficoltà i candidati trentini o di Catanzaro: ma siamo nella normale e non so quanto veniale idiozia da test di questo genere.
Non ho la più pallida idea se questa mia ricostruzione dei fatti abbia un minimo di attendibilità, forse no, e forse quindi abbiamo fatto bene, tutti, a prendere per il culo i redattori dei test e il Magnifico Rettore Frati. Resta invariata la mia perplessità, unita a quella di molti altri, sulle tipologie di test e di domande fatte per accedere ad un corso di laurea: ma perchè non metterci invece, per le professioni sanitarie, domande di fisica, chimica, biologia, e magari anche etimologia dal latino e dal greco, dal momento che il 90% dei termini medici deriva da queste due amatissime lingue cosiddette morte? Domande di logica matematica, di competenza linguistica? E poi, sì, anche, certo, un 10% di domande di cultura generale, e un 5% di domande di attualità, giusto per capire se sai in che mondo vivi, se leggi un giornale ogni tanto, e da che mondo vieni: ma poche, e non influenti sul totale del punteggio.
Resta, infine, un'ultima ipotesi: che la signora Gabriella che ha un chiosco che fa la grattachecca vicino al liceo Tacito a Roma sia parente del rettore Frati, che ha voluto così regalarle un quarto d'ora di insperata nazionale notorietà.
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