Warning: post cinico.
Dopo l'ennesimo omicidio “passionale” (una povera crista strangolata e buttata giù da un cavalcavia da un fidanzato cui non era piaciuto come le aveva risposto, o che gonna si era messa, o come aveva cucinato la parmigiana di melanzane, insomma uno dei tanti motivi assurdi e idioti per i quali gli uomini ammazzano le donne) ecco che parte l'ennesima iniziativa delle donne per le donne. Una raccolta di firme.
Riuscite ad immaginare una cosa più inutile di una raccolta di firme, se raffrontata al problema che intende affrontare? Come ha giustamente rilevato – unico finora fra i miei contatti – anche Matteo Bordone, perchè non facciamo una raccolta di firme
contro la guerra, o la morte, o il cancro, giacchè ci siamo? A che diavolo potrà mai portare una raccolta di firme? Ad una legge in materia? le leggi esistono già, a volerle applicare: c'è un bellissimo articolo del codice penale che parla di omicidio; c'è una bella legge nuova nuova che punisce lo stalking (cioè gli atteggiamenti vessatori e persecutori che di solito precedono l'omicidio); non c'è più, per fortuna, l'attenuante del “delitto d'onore”. Cosa volete, di più? inasprimento delle pene? e magari quelle che firmano sono le stesse che sono contrarie alla pena di morte e alla detenzione preventiva.
Potremo portare il cosidetto omicidio “passionale” al massimo della pena: non ci faremo niente. La violenza sulle donne è un fatto di cultura, di humus, di sensibilità, di tessuto sociale nel quale, purtroppo, abbiamo fatto tanti passi indietro, e non sarà certo una raccolta di firme a ripristinare una cultura di rispetto e attenzione nei confronti di mogli, fidanzate, mamme, figlie, conviventi e concubine; oppure è un fatto di psicopatia individuale, su cui la raccolta di firme incide come può incidere una intervista a Scilipoti sulle politiche della NASA.
Ditemi che la raccolta di firme servirà a raccogliere fondi per attuare campagne informative ed educative per 30 anni nelle scuole elementari, e poi, a cascata, nelle scuole di ogni ordine e grado; per aumentare il numero di case rifugio per donne maltrattate; ditemi che servirà a cancellare dalle trasmissioni televisive le veline, le letterine, le stronzine, le professoresse, le vallette e tutte le donne mute o parlanti a comando però accuratamente discinte che possiamo vedere ogni due per tre, a qualunque ora, in tv; ditemi che servirà a cancellare i culi e le tette e gli inutilissimi atteggiamenti ammiccanti da spot pubblicitari, pagine di giornali, cartelloni 6×8. Ditemi tutto questo e forse – forse – vi dirò che la raccolta firme può servire a qualcosa.
Del resto, possiamo lamentarci? la cultura media italiana del 2012 porta violenza omicida sulle donne, ma ci porta anche donne giovanissime e belle che dichiarano con assoluta convinzione che è vincente chi utilizza il proprio corpo, che è vincente strusciarsi e fare moine con uomini di potere ultrasettantenni per poter avere i soldi per una borsa di Braccialini, l'affitto di costosissime case in centro, particine in infimi programmi televisivi; e quando qualcosa si rompe, nel meccanismo, è vincente che le stesse gattine sbrodolanti si trasformino in avvoltoi famelici, pronti a ricattare, vendere notizie ai giornali, sputtanarsi tutto lo sputtanabile per poter continuare la bella vita dorata di cui sopra.
Credete davvero che le due cose siano così separate? E credete davvero che basti “una raccolta di firme” per cambiare magicamente tutto questo? Io non ci credo. E' un lavoro lunghissimo e durissimo, un invertire un cammino che io personalmente vedo abbastanza irreversibile, e quindi ok, siamo contente delle tante firme che la petizione ha raccolto, ma mi sembra veramente fuori luogo esaltarsi come se si fosse vinta chissà che battaglia.