Sul lago, la luce delle 9 del mattino (le otto, col sole) è gialla e blu come la bandiera della Svezia. Una luce netta, pulita, autunnale, che fa splendere l’acqua immobile come un pezzo di vetro, laggiù nel verde. La nuova pista ciclabile punta dritta ad est, e quindi incornicia il sole fra gli alberi in fondo alla ferita grigia della strada con una precisione sovrumana. Una leggera nebbia si sta alzando, scoprendo i campi arati di fresco.
E’ impossibile non sentirsi esplodere la vita dentro, in un contesto così.
Regolo il ritmo del respiro su quello dei pedali. Iperossigeno a bocca aperta e il sapore che mi sale nel naso è quello della mia montagna, pini e neve, di quando mio padre portava me e mia sorella alla Sellata alla scuola di sci, venti minuti di faticosissima arrampicata a scaletta per due minuti di gioia totale, di vento in faccia, di potere sulla natura e sul mondo. E di quell’odore pungente di neve e bosco che riempiva naso e polmoni. E poi daccapo: salita, discesa. Salita, discesa. Fino allo sfinimento. La fame che veniva dopo una mattinata di quest’esercizio non aveva niente di umano.
N.b. : gli esperti POR sublimano l’ansia da rinnovo contrattuale nell’esercizio fisico 🙂 ciao Mario 🙂
La colonna sonora di oggi (parole e musica) è gentilmente fornita da Daniele Silvestri.