Luce del Nord

Sul lago, la luce delle 9 del mattino (le otto, col sole) è gialla e blu come la bandiera della Svezia. Una luce netta, pulita, autunnale, che fa splendere l’acqua immobile come un pezzo di vetro, laggiù nel verde. La nuova pista ciclabile punta dritta ad est, e quindi incornicia il sole fra gli alberi in fondo alla ferita grigia della strada con una precisione sovrumana. Una leggera nebbia si sta alzando, scoprendo i campi arati di fresco.

E’ impossibile non sentirsi esplodere la vita dentro, in un contesto così.

Regolo il ritmo del respiro su quello dei pedali. Iperossigeno a bocca aperta e il sapore che mi sale nel naso è quello della mia montagna, pini e neve, di quando mio padre portava me e mia sorella alla Sellata alla scuola di sci, venti minuti di faticosissima arrampicata a scaletta per due minuti di gioia totale, di vento in faccia, di potere sulla natura e sul mondo. E di quell’odore pungente di neve e bosco che riempiva naso e polmoni. E poi daccapo: salita, discesa. Salita, discesa. Fino allo sfinimento. La fame che veniva dopo una mattinata di quest’esercizio non aveva niente di umano.

N.b. : gli esperti POR sublimano l’ansia da rinnovo contrattuale nell’esercizio fisico 🙂  ciao Mario 🙂

La colonna sonora di oggi (parole e musica) è gentilmente fornita da Daniele Silvestri.

 

Oggi gira così

Basta coi piagnistei, oggi mi sono svegliata piena di adrenalina fino agli occhi e un curioso stato guerresco-ridanciano a metà strada fra l’incredibile Hulk e Totò. Quindi potrei stendere a morsi e cazzotti il primo che mi dice una parolina storta e poi raccontargli una barzelletta (e pretendere che rida). E’ la mia proverbiale forza d’animo, che tante volte ho ringraziato e tante altre volte maledetto, perchè curiosamente il mondo – ci ho messo 38 anni a capirlo, ma ci sono arrivata – si prenderà sempre molta cura dei lamentosi piagnucolosi e abbandonerà sempre al proprio destino i forti, perchè “tu sei forte, lo so, ce la fai, non hai bisogno di me“.

Eh, vabbuò, sticazzi.

Oggi il palazzaccio governativo nel quale lavoro ha l’onore di ospitare il ministro calderoli (le minuscole sono d’obbligo). C’è uno spiegamento di forze giustificabile solo con una dichiarazione di guerra e visto che il ministro, con enorme sprezzo del pericolo e virile eroismo padano ha deciso:

a. di scendere ben al di sotto del Po
b. in una Regione notoriamente governata e abitata da fottuti bolscevichi mangiabambini monopolizzatori per 30 anni della cultura nazionale
c. per incontrare tutti insieme – ma è pazzo? – i Governatori delle Regioni meridionali
d. per parlare di federalismo

credo che lo spiegamento di forze sia più che altro per difenderlo dai suoi interlocutori, più che da ipotetici manifestanti, che fra l’altro non si sono visti, in linea con il saggio e rassegnato pacifismo di origine contadina che alberga nei miei conterranei.

Il mio mal di denti è passato, il medico curante non ha fatto obiezioni di fronte alla prescrizione di Rovamicina (forse ha visto la mia faccia e ha ritenuto più prudente accontentarmi), oggi c’è la psicoterapia e vai di nuovo col tango dell’umiliante racconto della mia magnifica estate. Un rapido sguardo al mio estratto conto ha tinto pallidamente di rosa il mio orizzonte, ieri,  ho ricevuto il mio primo stipendio da funzionario pubblico e, ragazzi, sono soddisfazioni. Se fate i bravi vi posto qualche foto della vacanza.