Baby boom

Che palle, dovunque mi volto vedo femmine prene e bimbi appena nati. Non riesco a vivere tre ore senza incappare in una festa di compleanno di qualche criaturo sotto i 5 anni. Da giugno a oggi sono nati 4 bambini a 3 colleghe o mogli di colleghi (una ha avuto un parto gemellare), e 2 stanno per nascere. Sono stata ad una cena di lavoro importante domenica sera e al mio tavolo c’erano tre coppie di cui due in attesa, già felici genitori di un altro pargolo a testa, e quindi tutta la serata è passata allegramente fra pappe, cacche, nanne, nausee e rifiutare con calibrato felice disgusto salumi e cozze.

Ma proprio io, proprio adesso, dovevo incappare nel boom demografico?

Sogni di sostituzione

Seduto nella sua poltroncina colorata, mi ha chiesto se ho un sogno nel cassetto.

Al momento mi sono agitata sulla mia, di poltroncina colorata, e non ho saputo rispondergli. Poi ci sono andata pensando. Sono convinta che non è un caso che i 20 chili che ho preso in 5 anni siano tutti o quasi localizzati nella pancia e nello stomaco. La genetica non c’entra, io dico che c’entra il mio desiderio di maternità. Una specie di gravidanza isterica, insomma, aiutata dal mio rapporto scarsamente sereno, se vogliamo utilizzare un eufemismo, col cibo e la nutrizione in generale.

E allora il mio sogno nel cassetto è esattamente questo: buttare giù questi 20 chili di finta maternità ma non perchè ho fatto una dieta terribile – sacrifici – palestra – scondimenti etc. ma proprio perchè ho riacquistato un equilibrio fra me, il mio corpo, e il cibo che introduco, e mangio esattamente quello che mi serve per campare, e non di più, e senza pensarci/angosciarsi troppo. E senza perdere il gusto delle cose buone.

E poi, magari, sostituire la pancia finta con una pancia vera. Animata.

Tristezza rosso sangue

Ecco, ci risiamo.

La data attesa passa, e non c’è altro da fare che aspettare, spiarsi, fare e rifare i conti, fare e rifare ipotesi, farsi venire i nervi, cercare di farseli passare perchè tutti dicono che bisogna stare calmi. Piangere un pò, desolate, rendendosi conto che a 38 anni non si è ancora pronti, non si ha ancora una casa, non si ha ancora un uomo che possa essere considerato proprio. Cominciare a pensare come la prenderanno i miei, se è il caso di fare le valigie per il Canada o pensare piuttosto ad una lettera scarlatta da ricamarsi sui vestiti. Dirlo alle amiche, che suggeriscono – guarda un pò – di stare calmi. Figuriamoci io, che sono l’impazienza fatta persona, se riesco ad aspettare così, senza fare niente.

Cassetti, si butta tutto per aria, si trova quello che si cerca per poi constatare che è scaduto da sei mesi. Farmacia, si fa la richiesta sottovoce ad una farmacista assonnatissima del turno di notte, tanto per complicarsi un pò la vita, che sicuramente avrà pensato “Ma non puoi aspettare domani? non è mica una bombola di ossigeno, quella che mi hai chiesto!” Andare a casa, leggere per benino tutte le istruzioni come un mantra portafortuna, anche se ‘sti affari funzionano tutti esattamente allo stesso modo e non c’è pericolo di sbagliare. Rileggere soprattutto la parte dove sono descritte le percentuali di attendibilità. Andare in bagno, chiudendo la porta con un sospiro. Fare tutte le operazioni sporcandosi ovviamente le mani e solo dopo venti secondi rendersi conto che si è smesso di respirare e si sta diventando paonazzi. Fissare con un misto di sgomento e rammarico la finestrella che resta desolatamente vuota.

Rimane abbastanza tempo per spaventarsi per i giorni passati, facendo tutte le ipotesi residuali, dalla banale infezione fino al tumore alle ovaie. Snervare sè stessi e gli altri. Meditare di rifare tutto l’ambaradan farmaceutico, per avere un’ulteriore conferma. E poi una notte afosa, finalmente, dopo 7 – dico SETTE – giorni di ritardo ci si sveglia tutta sudata e si constata che si è sciolta la gloria. Sollievo. Un insopprimibile dispiacere, che resta in un angolino ma non sparisce.

Eh no, non sono incinta.

Meglio così.

Davvero?

Maternità

La mia amica buddista ex compagna di stanza sta combattendo con ostinazione ed infinita pazienza orientale una dura lotta. Una battaglia silenziosa ma ferocissima contro sè stessa, da una parte il suo immane desiderio di diventare madre e dall’altra il suo corpo e l’infida madre natura che non sembrano voler collaborare molto. Il suo corpo minaccia aborti, e il suo desiderio di maternità la fanno stare immobile a letto, senza lavorare, senza fare nulla, quasi senza respirare. Una lotta fra i venti di tempesta che abbattono foreste e l’immobile silenziosità del ghiacciaio. Uno scontro fra gli eserciti di Sauron e Gandalf il Grigio. Una battaglia fra le astronavi di Darth Vader e Yoda nella sua caverna.

Che la Forza sia con te, amica mia.

Belle notizie

La mia compagna di stanza buddista un mese fa si è assentata per una settimana. Una sera mi ha telefonato e con la voce che le traboccava di autentica gioia buddista mi ha annunciato di essere incinta. Se avete la pazienza di recuperare un mio post di fine giugno scorso, saprete perchè questa notizia mi riempie di gioia sincera. Per evitare rischi, avendo imparato la lezione, da allora manda un certificato medico alla settimana e resta a casa. Imperscrutabili decisioni direttoriali hanno deciso che non posso rimanare da sola nella stanza, e quindi il nuovo acquisto di amministrazione è stato trasferito affianco a me. “Finalmente ti ho messo un bell’uomo vicino” mi ha detto il capo ridacchiando.

Ora, a parte che il giovine ha dieci anni meno di me e quindi più che sentimenti materni non posso avere, nei suoi confronti, se non voglio passare per Girolimoni, è mio compagno di stanza da manco una settimana e gli già ho scoperto almeno tre o quattro “amiche” (nelle varianti “care amiche”, “amiche e basta”, “più che amiche”) oltre alla fidanzata ufficiale. Hai capito, il giovane manager rampante di provincia …