Terapia di gruppo / 1

Stasera, la mia prima esperienza di terapia di gruppo.

Allora.

La propria sofferenza è certamente una sofferenza. Ma ragazzi la sofferenza altrui è veramente terribile. Sono uscita con lo stomaco annodato, anche perchè il problema della Piccola Fiammiferaia è abbastanza simile al mio. Le lacrime mi uscivano da sole inarrestabili, mentre lei singhiozzava e tremava e non ce la faccio, non ce la faccio, ho paura. Sembrava così piccola e giovane e sottile e io, proprio io, sono stata scelta per fare la parte della mamma. Non ce l’ha fatta ad abbracciarmi, non ce l’ha fatta. Potrebbe farcela la prossima volta, però. deve farcela, perchè devo farcela anch’io.

La separazione non è abbandono, è il messaggio di stasera, cercherò di ricordarmelo.

7 risposte a “Terapia di gruppo / 1”

  1. Posso buttarmi io tra le tue braccia??? 😉
    Aò, sto a scherzà! Massimo rispetto!
    Un abbr… oops… un saluto!

  2. Sorellina, come si fa a dire che la separazione non è un abbandono ?
    Allora cos’è, un invito a cena ? Cerchiamo di non farci prendere ulteriormente per i fondelli, si può abbandonare per tantissimi giustificabili motivi, ma chiamiamo le cose con il loro nome. Per favore.
    Tuo fratello fuori dalle righe del quaderno.

  3. La separazione di cui si parla è quella dai genitori. Il messaggio è: crearsi una propria autonomia dalla famiglia di origine non vuol dire voler meno bene alla mamma e/o sentirsi in colpa per la sua sofferenza.

  4. Sorellina, scusami, avevo frainteso. Sai, i vecchi pazzi come me hanno sempre pensato che dai genitori ci si DEVE affrancare (a volte con ampia soddisfazione dei suddetti), dato che per definizione non si possono abbandonare. Ma non voglio farti innervosire.
    Your brother

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