Top vergognation

Chissà perchè la “sovranità popolare” e la “volontà della maggioranza degli italiani” vanno benissimo e sono invocate senza pudore – anche quando sono concetti palesemente falsi – quando servono a mantenere sul piedistallo Sua MoquetteInTesta e la sua banda di truffatori leccapiedi; non vanno più bene, e magicamente non vengono più neppure sussurrate, quando si tratta di ricordarsi i risultati di un referendum che ha detto no al nucleare in questo Paese.

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Consiglieri regionali lombardi leghisti escono dall'aula e vanno a prendere il caffè quando viene suonato l'inno nazionale. Ci terrei a ricordare che fra costoro, tutti pagati con soldi pubblici, c'è  quello diplomato per anzianità e calci in culo di benemerenza al terzo tentativo in una scuola di recupero tipo Istituto Jervolino, quella testa fina del Trota, che non solo non sa cosa è l'inno nazionale, ma forse non sa nemeno cosa è il caffè.

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La nostra sicurezza dal rischio nucleare, ove mai dovesse proseguire il folle piano governativo, è in mano a Stefania Prestigiacomo, una che sembra non essere sicura nemmeno se portare la riga a destra o a sinistra.

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La tv mi mostra un anziano giapponese che vaga sulle macerie dove fino a due giorni fa c'era casa sua, chiamando disperatamente il figlio, prima di accasciarsi contro un muro, piangendo disperato e vergognandosene: Dio, questo è DOLORE. Questa è DIGNITA'. Ti abbraccio, sconosciuto vecchietto giapponese. Perdonami se non so che altro fare.

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C’è grossa grisi

La voce che Stelvio ed io abbiamo costituito un gruppo di lavoro che parteciperà al prossimo bando per l’assistenza tecnica al FSE 07-13 (lavoro e stipendio assicurati per tre -quattro anni) si è sparsa.

E’ arrivata distorta, naturalmente, e i più pensano che il lavoro dipenda direttamente da noi, sopravvalutando il nostro ruolo, sottovalutando le incognite di un bando,  e attribuendoci un potere che non abbiamo, o che non abbiamo più. In ogni caso, costituiamo una possibilità.

Da tre giorni bussano con regolarità alla nostra porta non già solo i precari del Dipartimento, per  lo più timidi, uno o due addirittura minacciosi, ma i colleghi. Quelli “incardinati”. Quelli che pensavi più fortunati di te perchè hanno un contratto a tempo indeterminato.
E infatti non vengono per sè, ovviamente, ma per i figli.

Non so dirvi la tenerezza e l’annodamento allo stomaco che mi provocano queste visite. Uomini e donne che frequento in tutt’altra veste, con i quali magari talvolta ho avuto interlocuzioni severe, che bussano ed entrano, resi improvvisamente timidi probabilmente dalla vergogna, e vengono a spendersi un residuo di dignità per una via al lavoro per ragazzi che hanno quasi tutti intorno ai 30 anni.

Per consolarli – ben magra consolazione – dico loro che anche io, passati i 40, ho un futuro incerto, almeno in questa Pubblica Amministrazione. Abbiamo detto di sì a tutti, con le dovute cautele, anche se i posti nel gruppo sono ormai occupati da tempo. Questo è un altro dei motivi per il quale avremmo dovuto condurla diversamente, la trattativa con le cordate: adesso avremmo una rete di contatti alle quale provare a cedere curricula, espressione atroce  se penso che si tratta di giovani per lo più qualificati, talvolta brillanti, e siamo costretti a trattarli come merce, millantando, per far sentire meglio i padri e le madri, un potere che non possediamo.

Credo che quando ci ripenserò la crisi per me si condenserà in questo: colleghi diventati all’improvviso padri e madri, costretti a chiedere, e per di più a chi non ha veramente che minime possibilità di dare.

Second Life

Una breve ma intensa esperienza.
Mi hanno insegnato a muovermi e mi hanno vestito.
Una roba che non mi succedeva da quando avevo 6 mesi.

Meno male che il Kapo c’è

Il fronte si è rovesciato in maniera talmente drammatica e sporca che rischiamo di rimanere fuori da tutto. Per rimanere dentro, ci era stato proposto un ignobile compromesso, cioè di dividere il compenso della progettazione per sei, o sette, non ricordo bene, di un lavoro fatto SOLO ED ESCLUSIVAMENTE da noi.

Il Capo all’improvviso si è ricordato di avere 64 anni, di cui 35 spesi nella pianificazione e progettazione dello sviluppo territoriale, e ha detto NO (anzi per la precisione ha detto “vaffanculo”, ma insomma), portato in trionfo dalla sua band di ragazzette e architetti pazzi e geniali.

Il problema si pone ora in questi termini: il progetto, l’abbiamo solo noi, così completo, armonico, limato, e benedetto, cantierabile, per dirla in termini tecnici. Quindi secondo me prima o poi (entro 2 giorni, più tempo non c’è) qualcuno verrà a bussare alla nostra porta, se per chiedercelo, o per estorcercelo, non lo so. L’alternativa è che “gli altri” presentino alla Regione venti paginette raffazzonate, sulle quali l’Ente, se è in buona e se c’è abbastanza copertura politica, si limiterà a chiedere delle integrazioni, da fare anche dopo la scadenza, che, vi ricordo, è sempre il 20 Agosto 2003. Ma se questa copertura non fosse sufficiente, si corre il serio rischio che la Regione non ritenga ammissibili le venti paginette raffazzonate, e non so se “quelli” sono disposti a correre il rischio di perdita secca di un finanziamento certo di alcuni milioni di euro. 

In queste ore si sta precisamente verificando la mia prima ipotesi: qualcuno è venuto a bussare alla nostra porta. La proposta è di trovare una mediazione che però, come ha chiesto il Capo, salvi la sua dignità professionale e quella dei suoi ragazzi, e gli interessi economici della nostra società, piccola sì, ma con bollette e stipendi da pagare ogni mese (altro giro di portata in trionfo).

Intanto, per sicurezza, abbiamo messo password e fatto copie di salvataggio degli innumerevoli file di tre mesi di progettazione, perchè visto l’arrembaggio selvaggio e senza pudore e scrupoli non è escluso che ci venga a trovare “un amico” e cerchi in un momento di distrazione di grattarci i files.

E inoltre, per nostro sommo gaudio, la situazione atmosferica si è fatta incandescente, svanito il freschetto di montagna che ci aveva deliziato fino a due giorni fa, si è tornati al calderone di minestrone nel quale tutti ribolliamo umidicci.

Le mie ferie iniziano domenica 24 agosto e termineranno domenica 7 settembre.