Resoconto delle cose che sono successe in tre giorni (e non abbiamo ancora finito, mi sa):
– mia mamma parte per Napoli per prestare un pò di assistenza a conforto morale a sua nipote, mia cugina, giovane partoriente senza mamma. Con lei dovrebbe esserci anche un’altra zia, che assicurerà assistenza più duratura. Rientro previsto: Giovedì. Mi trasferisco a casa di mio padre per fargli compagnia e cucinare qualcosa, se necessario.
– la nostra collaboratrice domestica, una donna di campagna di 40 anni sana e forte come un tronco di pino, viene ricoverata in Ospedale con emorragie e responso di possibile necessaria isterectomia. Tempo previsto di ricovero: 1 mese, a dire poco. La mia permanenza nella casa paterna improvvisamente si carica di ben altre incombenze: lava spolvera bagni lavatrice aspirapolvere ramazza straccio. E cucina, ovvio.
– il bimbo di mia cugina nasce, con parto cesareo. Mamma e bimbo stanno benissimo.
– mio padre brucia la prima macchinetta del caffè: al mio rientro a casa, trovo resti pompeiani carbonizzati e la casa invasa da un odore di combustione che mi fa supporre che la macchinetta sia rimasta dimenticata sul gas circa un’ora.
– la seconda zia che dovrebbe prestare assistenza alla puerpera scende a comprare il cibo per il gatto di casa e scivola, fratturandosi nel peggiore dei modi possibili il femore. Ricovero urgente e addio assistenza.
– mia mamma chiama mio padre per annunciare che non rientrerà Giovedi. Il paterfamilias non gradisce per niente (vecchie storie di famiglia) e mette un muso lungo fino a Napoli. Già uomo taciturno per i fatti suoi, ora risponde solo a monosillabi e guarda nel vuoto. Fantastica compagnia.
– a questo punto le coccole nei confronti del pater, sensibile all’uso di cucina, si moltiplicano, e quindi si passa da cucina di sopravvivenza (spaghetti al pomodoro e hamburger) a cucina di medio cabotaggio (polpettone al forno, gattò di patate, pasta e fagioli). Temo che mi tocchera arrivare agli gnocchi fatti in casa per strappargli un commento.
– nel frattempo, brucia la seconda macchinetta del caffè: stavolta la distrazione è stata minore, e ci abbiamo rimesso solo la guarnizione.
Sono stati anche giorni di uso compulsivo di BlackBerry.
La felicità ha molte insospettabili forme per manifestarsi.