Mah ..

“… e chissenefrega se sei venuto apposta da un paese della Provincia, è vero, ti avevo chiamato io, ma il documento non è pronto, torna domani, dopodomani, torna tutti i giorni, pianta una tenda qua davanti fino a che io non deciderò che è il caso di smuovere il culo dalla sedia e mettere una stracazzo di firma”   [tempo occorrente: secondi netti 2]

Non è stato detto proprio così, ma il senso era quello.

Se questo è un funzionario pubblico, sia chiaro che io non lo sono e non lo sarò mai.

Del perchè non amo più di tanto i bambini

(almeno, finchè non avrò i miei)

L’amorevole frugoletto biondo accompagna la sua mamma in visita a casa mia.
Nemmeno il tempo di togliergli l’amorevole cappottino e lui, silenzioso, deciso ed efficiente come un killer, si avvicina al mio presepe peruviano e stacca con un solo colpo bue e asinello, buttandoli sotto al divano.
Mentre io sbuffo a 4 zampe per recuperarli, già meditando di arrossargli le amorevoli guancine a forza di ceffoni, la mamma con inflessibile severità bisbiglia ridacchiando: “Ma che fai, stupidino! Non si fa!

Evidentemente colpito da tanto rimprovero, il piccolo delinquente, dopo aver disdegnato i cubi di legno che avevo preparato apposta per lui, riesce, nel giro di 10 minuti, a:

– staccare 4 delle 5 foglie di una pianta grassa che ho sul tavolino e farle a pezzi;
– usare i sassi che ho in una ciotola sullo stesso tavolino per fare il tiro a segno contro lo schermo del televisore;
– ingozzarsi di cioccolatini che gli ho fornito sperando che ci si strozzi o in subordine che abbia almeno le mani impegnate per 10 secondi.

Il tutto mentre la mamma fa finta di nulla e conversa pacificamente con me che non la ascolto, impegnata come sono a cercare di prevedere le mire del killer e spostare, alzare, parare sassi, recuperare carte di cioccolatini e oggetti d’arredo scaraventati per ogni dove.
E pensare che avevo insistito io perchè venisse a trovarmi con l’amorevole piccino.

Wired

Da circa un mese un meravigliosissimo spaziale personal computer con tutti i controcazzi campeggia sulla precaria proletaria scrivanietta stile Ikea della mia casetta da single. Da circa tre giorni una cazzutissima connessione Fastweb flat alla velocità della luce con un costo doloroso come un’estrazione dentaria mi ha messo in contatto con il mio mondo on line.

Questo significa che adesso potrò postare le mie minchiate anche a notte fonda, la mattina presto, il sabato e la domenica, esattamente come sto facendo adesso.
Mi pareva il caso di avvertirvi.

P.S. Messaggio per il titese creativo: ho letto il tuo saggio sui put’nzes, sei stato veramente bastardissimo, ma ho riso molto. Bravo, così si fa. Vieni a prenderti lo scappellotto che meriti.

Ruolo chiave

Da quando sono rientrata dalle ferie natalizie, ovvero 4 giorni circa, ho avuto tutto il tempo di sistemare la posta, ricambiare gli auguri di buon anno, fare un backup dei dati del mio pc, intervenire smodatamente in quasi tutti i numerosi forum a cui sono iscritta, aggiornare il blog, giocare a Solitario e a Campo Minato e prendere il caffè con le colleghe.

Il telefono è squillato 4 volte, e due volte era mia mamma. Alla porta hanno bussato in 2.

Non so, a me non pare un bel segno dell’importanza strategica che la mia figura professionale riveste in questo ufficio.

Cepu? Ci ho andato anche io! / 1

Poi dice che siamo noi ad essere troppo critici con la stampa locale.

Stamattina al giornale radio regionale, nei titoli, hanno detto che la Basilicata in materia di ambiente è una regione virtuale. Forse volevano dire virtuosa.
Correggersi nel corpo della notizia l’ho apprezzato, ma non è sufficiente.

E a proposito: pare che gli errori più gettonati, nell’ultimo concorso in magistratura, siano stati “penZiero” e “leGGislativo”. Passi – si fa per dire – per il primo, frutto probabilmente di storpiatura dialettale. Ma il secondo. Tu, esimio candidato, ti sei laureato in giurisprudenza. La parola “legislativo” sarà comparsa sui tuoi testi di studio un qualche milione di volte. Come, come è possibile che dopo la laurea tu scriva “leGGislativo”?

Aggiornamenti 2008

Anche per quest’anno l’abbiamo sfangata. Dribblati i ritardi aerei, la neve, l’ossessione regalizia, per un Natale e un Capodanno tutto sommato gradevoli, anche se faticosi. E a proposito di regali: mai Natale fu più dovizioso di questo, probabilmente per via del moltiplicarsi delle famiglie partecipanti e dell’imposizione annosa e quindi non eliminabile del dogma “tutti fanno regali a tutti”. Mia sorella è stata indecorosamente viziata dalla sottoscritta anche quest’anno. Ma non sperate che me ne vergogni.

Chi non l’ha sfangata è stato il mio sistema immunitario. Duramente provato dagli stress natalizi, già dal 10 dicembre mi ha avvertito, tramite curiose manifestazioni intestinali, che stava per cedere. Io ho ignorato i segnali e, complici le abbuffate natalizie e una freddissima note di Capodanno passata a ballare nella freddissima piazza della mia città, adesso ho la diarrea e anche un raffreddore kolossal con spettacolari manifestazioni esterne, per esempio una bellissima voce in puro stile Ciotti e starnuti che fanno correre le colleghe dalle altre stanze per venire a vedere cosa è successo.
E per rimanere sul Capodanno: a me, il centro storico pieno di gente che passeggiava come se fosse una domenica di primavera, dandomi la possibilità di incontrare ed augurare buon anno a gente che vedo tutti i giorni ma anche che non vedo mai, è piaciuto. Parcheggio tranquillo, tanta gente ma niente ressa, scale mobili aperte, nessuna sensazione di timore,  in una parola la misura d’uomo. I vantaggi della provincia, suppongo. E Daniele Sepe e la sua band cosmopolita. Penso non si possa volere di più, per una notte di Capodanno.

Fatti tutti i conti, a fine Dicembre mi ritrovo con 1.200,00 euro in meno rispetto a fine Novembre. Ergo, se ricevessi la tredicesima, come una lavoratrice normale, sarei in pari, o quasi.

A proposito: si moltiplicano i segnali relativi ad una precisa volonta politica di stabilizzare i precari del Circo nel quale mi onoro di prestare la mia attività lavorativa. Pare che addirittura l’Ufficio Personale sia stato scorporato dalle competenze del Dirigente che lo deteneva (un collega prossimo alla pensione con uno spettacolare riporto dalla tempia destra a quella sinistra) ed affidato ad un Dirigente esterno, pare proveniente dalla Campania, specializzato in stabilizzazioni. Quali competenze comporti questa specializzazione non saprei dire, ma mi accontento della vox populi, e spero sia tutto vero e non la solita fuffa per tenerci buoni, visto che ormai costituiamo circa il 50% dell’organico del Circo di cui sopra.

Vorrei sbagliarmi, ma prevedo una spietata guerra fra poveri, nei prossimi mesi.

Capitano tutte a me, o Del portare sfiga

PROLOGO
Torno in treno da Roma, siamo quasi in stazione. Mi alzo per prepararmi a scendere ed incontro la mia ginecologa, una donna che ha più o meno la mia età ed ha lo studio nello stesso palazzo nel quale io abito, quindi è un’amica, prima di essere la mia specialista d’elezione. Scambiamo due chiacchiere, ricordo distintamente di averle chiesto come stava il fratello, che pure conosco (il dettaglio ha una sua importanza). Lei, mentre parla con me, cerca di mettersi in contatto via cellulare con qualcuno che deve venire a prenderla in stazione, e questo qualcuno – che intuisco essere di sesso femminile – non risponde: un cellulare squilla a vuoto, l’altro – ne ha due – è spento. Intanto siamo arrivati in stazione, scendiamo dal treno. Io ho la macchina parcheggiata nel piazzale, mi offro di darle un passaggio, visto che la persona che doveva venire non sembra rintracciabile, nemmeno indirettamente. Lei accetta. Le do un passaggio a casa, me ne torno a casa mia. 

IL FATTO
Una ragazza di trent’anni muore per una emorragia allo stomaco, un aneurisma fulminante, insospettabile. E’ in macchina, non fa in tempo nemmeno a fare una telefonata, a stento riesce ad accostare prima di accasciarsi al volante.

EPILOGO
Ieri mi chiama la mia ginecologa. E’ stranamente e clamorosamente in ritardo con il pagamento della sua quota di condominio, ma io – capo condomino, of course – odio chiedere soldi alla gente e quindi lascio che se ne ricordi da sola. Ma il senso della telefonata in realtà è un altro. Lei mi spiega che è in ritardo con il pagamento perchè “non riusciva a chiamarmi“. E qui la spiega, che mi gela il sangue: la ragazza morta è sua cognata, la fidanzata del fratello, ed è morta proprio quella sera che lei tornava da Roma, ed era lei la persona che doveva andare a prenderla in stazione, ed il motivo per cui non rispondeva era che, semplicemente, stava morendo, o era già morta. Quindi mentre noi chiacchieravamo del più e del meno vicino alle nostre valigie in attesa che il treno si fermasse, una giovane donna agonizzava fino a spegnersi, pochi chilometri più in là.

E già questo è terribile.
Ma c’è dell’altro. La mia amica dottoressa mi confessa che lei adesso mi associa a quella tragedia, e che paradossalmente il fatto che io le abbia dato un passaggio, risolvendole un problema, ha fatto passare in secondo piano il fatto che non riusciva a parlare con la giovane cognata.
Non me lo ha detto, perchè è una donna bene educata, ma io ho avuto tutta intera la percezione che lei adesso mi ritenga una irrimediabile portasfiga, una che è meglio tenere lontana perchè quando la vedi sta per succedere qualcosa di brutto.
E forse per il blues che mi porto addosso da un pò, sarei perfino propensa a darle ragione.
Odio il Natale.

Una giornata coi creativi

Coerente vabbè, però …
> .. e quindi io quello lo conosco, prima stava nel Partito Socialista, e difendeva i cacciatori. Poi i socialisti non lo volevano più candidare, e allora lui è passato coi Verdi. E quindi ha cominciato a difendere le beccacce e le quaglie da ‘sti barbari di cacciatori. Poi un giorno ha realizzato che le beccacce non votano, a differenza dei cacciatori, e si è dimesso dai Verdi, mò non lo so con che partito sta …

Vado in giro, vedo gente, faccio cose …
> … io dico sempre che ci tocca rimboccarci le mani ed andare avanti  [le mani?!? N.d.r.]

> … un anno fa sono stato in Africa …  (pausa, in modo che l’attonito uditorio di esseri inferiori possa assorbire la preziosa informazione e sentirsi un pò merdina)
> … mi è capitato di andare in Russia … (pausa, più lunga, medesimo motivo)

> .. ne discutevo giusto ieri in Papuasia .. (pausissima)A parte queste imbarazzanti cadute di stile, è stato interessante, giuro.

 

Il motto del giorno
> Ho la possibilità di veicolare un numero enorme di informazioni, metti caso, ad un aborigeno che sta dall’altra parte del pianeta. Ma il problema è: Aborigeno!  Ma io e te, ma che cazzo se dovemo dì?

Il celebre vigile

Nella classifica delle cose che mi fanno indignare svetta luminoso al primo posto da qualche giorno il Comandate dei Vigili Urbani di Roma. E non, badate bene, per il già vergognoso episodio del parcheggio in sosta vietata con esposizione di permesso disabili, bensì per i tentativi successivi di GIUSTIFICARSI e POLEMIZZARE  –  “Esplode la polemica sul caso del Comandante ComeCavoloSiChiama“, dicevano i titoli il giorno dopo: ne vogliamo parlare, SirDrake?  😉

Ma che cazzo polemizzi, demente?
“Ho sbagliato ad esporre il permesso, quello valido era di mia suocera”. 
Gesù, se ci penso mi prude la pianta dei piedi.

E ALLORA??? E DOV’ERA, TUA SUOCERA, QUELLA SERA?? MA TI RENDI CONTO CHE SEI STATO FO-TO-GRA-FA-TO CHE ANDAVI A CENA CON QUELL’ALTRA GRAN DONNA DI TUA MOGLIE?
RIESCE A PENETRARE LA MUNNEZZA CHE HAI AL POSTO DEL CERVELLO, COMANDANTE DI QUESTA CEPPA, IL CONCETTO CHE UN “PERMESSO DISABILI” SERVE AD UNO IN CARROZZELLA A PARCHEGGIARE PIU’ VICINO AL PORTONE DI CASA PROPRIA, E NON A TE PER PARCHEGGIARE PIU’ VICINO AL RISTORANTE?
CHE NON ESISTE GIUSTIFICAZIONE AL MONDO PER UTILIZZARE UN PERMESSO DISABILI PER FARE IL PORCO COMODO TUO IN SOSTA VIETATA IN PIENO CENTRO CITTA’? MA CAZZO, GUADAGNERAI MILLEMILA MILIONI AL MESE: ERA TANTO DIFFICILE PRENDERE UN TAXI?
E ADESSO CHE TI HANNO SGAMATO PER QUELL’IMBECILLE CHE SEI, E’ TANTO DIFFICILE STARE ZITTO, AMMETTERE IL TORTO, POI METTERSI LA LINGUA NEL CULO – come diceva il mio prof. di filosofia al Liceo – E CERCARE DI SPARIRE SU UN’ISOLA DESERTA?

Ok, mi sono sfogata.

Zio Ualter, se lo riabiliti e lo rimetti al suo posto, ‘sto deficiente, vengo lì e ti appiccio la collezione di film di Babak Payami.

Morning blues

Non posso dare la colpa alla SPM, che ormai è andata.
Non è certo colpa del tempo, sono due giorni che c’è un bel sole e un meraviglioso freddo piuttosto secco, proprio come piace a me.
Però non gira.
Sono simpatica come la carta vetrata.
Non riesco a liberarmi dalla sensazione orribile che il mondo va avanti senza di me, anzi molto meglio senza di me, che tutti capiscono cose che io faccio fatica anche a solo ad intuire, che tutti sono simpatici e graditi al resto del mondo tranne me. Sono acida e sarcastica, e vengo ripagata con la stessa moneta. Ed esclusa, sempre più spesso.

Di conseguenza, il mio livello di intolleranza nei confronti dell’universo mondo ha raggiunto e superato la tacca rossa, e sfioro ogni giorno il momento nel quale sento che risponderò male a qualcuno di molto pericoloso, che me la farà pagare.

Non sopporto di non avere più un sogno.