Intuizione n. 2

Io e il giardinaggio.

Giorni fa ascoltavo Serena Dandini da Fazio che presentava il suo libro. La passione per il giardinaggio come scusa – anche elegante, devo dire – per raccontare pezzi di vita, persone, viaggi, etc. Qualcuno – molti, direi –  l’ha fatto con il cibo, lei l’ha fatto con piante e fiori. Poi il titolo è di De Andrè, quindi figuriamoci. Ho già il portafogli in mano.

Mentre lei parlava, io riflettevo sul mio complesso rapporto con piante e fiori, e il giardinaggio in genere. Premetto subito che sono molte più le piante che ho fatto morire di inedia e desolazione che non quelle che ho salvato. Mia madre ha un terrazzo bellissimo che se ne cade di gerani, lauri cerasi, oleandri, ortensie, perfino more e nespoli e un piccolo melo da vaso. Ha una yucca, un ex tronchetto della felicità che le è stato regalato trent’anni fa ed era alto venti centimetri,  adesso è alto due metri, pesa un quintale e non passa più dalle porte. Il rigoglio regna sovrano: d’estate, quel terrazzo sembra la giungla di Salgari. E non basta: piante ci sono anche in casa, anche sugli altri balconi, anche sul pianerottolo del palazzo dove lei abita. Pare che non le muoiano mai: ma lei annaffia, cura, pota, concima (secondo me droga, ma è una mia malignità), sposta, trapianta e loro, le piante, lo sanno. E ringraziano.

Io gestisco i miei 4 vasi con etica darwiniana. Li butto in un angolo, dove mi pare possano stare bene, e chi è più forte sopravviverà. Gli altri, adieu. E’ un mondo difficile. Mi scordo di bagnarle per settimane (per fortuna ci pensa la mia badante, almeno una volta alla settimana, e la pioggia, d’estate, quando stanno fuori). Le poto a cazzo, quando cominciano a darmi fastidio i rami più lunghi, senza rispetto di tempi e stagioni. Ho un concime a pallini azzurri – che mi ha passato mia madre, of course – e ogni tanto ne butto qualcuno nei vasi, ma senza nessun criterio quantitativo. Ho messo una pianta da interni al sole di agosto, credendo di fare bene, e stava morendo bruciata. Ho lasciato i gerani, e due piante grasse, fuori di notte ad inizio inverno quando la temperatura è scesa più o meno a -10°. La mattina dopo, divorata dai sensi di colpa, le ho tirate dentro, le ho innaffiate con acqua tiepida, le ho messe nei pressi del calorifero.

Ciò nonostante, io non le odio, le piante, altrimenti non ne avrei. E loro, come dice anche la Dandini parlando – credo – di Nanni Moretti, “apprezzano lo sforzo”, cioè sanno che i miei errori sono in buona fede, che la mia incuria è solo frutto di distrazione, che faccio quello che posso: e mi ricambiano con regolari fioriture, e cercando di sopravvivere come meglio possono.

C’è una sola pianta, fra quelle che tengo in casa, che vorrei morisse, per motivi complessi che adesso sarebbe qui lungo spiegare. Però vorrei morisse per colpa, e non per dolo, insomma non voglio buttare la candeggina nel vaso, vorrei morisse di morte naturale, perchè il mio SuperIo perfettino e cacacazzo non mi tormenti poi di notte.  E’ quella che ho messo al sole di Agosto (ecco, quella volta direi che non è stato proprio in buona fede, l’errore, e ci ho messo anche un paio di giorni di troppo a tirarla di nuovo dentro, però alla fine l’ho tirata dentro, come quando si tende la mano a un nemico che hai buttato nel fiume appena lo vedi annaspare).

Oh, sta benissimo. E’ quella che sta meglio di tutte.
E’ cresciuta, ha le foglie nuove, lucide, perfette.
Un amore.
Bastarda.

6 risposte a “Intuizione n. 2”

  1. ciao bionda, sono un giardiniere che ti legge. mi sono anche chiesto dove hai messo la tua mountain bike… non ho tempo per FB ma qualche momento per te lo trovo. beh volevo solo dirti (è un mio pensiero) che le piante hanno un grande pregio: ci sopportano!

  2. suppongo sia inutile chiedere a Guido Baccolini chi sia, visto che non conosco nessun Guido Baccolini, giusto?
    (e comunque la mia bike non è mountain, è una normale bici da passeggio)

  3. Mi hai fatto sorridere …sai?
    Mi è piaciuto è un misto di allegria, ironia e tritezza.
    Scrivi molto bene complimenti!
    Selene

  4. Ti capisco in pieno… io ho il pollice nero ma nero che a casa mia anche le piante finte perdono le foglie!

    Certo però che le piante hanno un 6° senso…

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