Il consulente ha lavorato molto per chiudere un progetto con un budget a sei zeri e partner di mezza Europa. Il consulente ha fatto tutto per bene, ma ci si mettono sempre di mezzo gli intoppi organizzativi e burocratici, qualche incomprensione verbale, qualche distrazione. Risultato: tassativamente, pena la morte del progetto, una busta di documenti deve arrivare ad Atene (Grecia) per il giorno dopo.
Sono le 16:00. Il consulente ed i suoi collaboratori fanno disperatamente il giro di tutti i corrieri possibili ed immaginabili, ma nessuno di loro assicura l’arrivo entro le 24 ore. Intanto i greci chiamano ogni mezz’ora, chiedendo di sapere il nome del corriere ed il numero di spedizione. Ad un certo punto bisogna dirgli che la spedizione non è ancora avvenuta, e la sottoscritta osserva ammiratissima il consulente che in un fluentissimo inglese spiega il problema e si prende un bel cazziatone in anglo-greco.
Ci salva la comune origine mediterranea: ad uno dei greci viene la brillante idea di utilizzare i traghetti che salpano da Bari per Patrasso. Sono le 16:45, il primo traghetto utile salpa alle 18:30. Il consulente prende la busta coi documenti e parte, pallido per l’ansia. Divora il percorso (150 km. circa) infrangendo limiti di velocità e un’altra mezza dozzina di regole del codice della strada.
Arriva a Bari, dove qualche volta è stato. Arriva al varco del porto, dove invece non è stato mai. Passa la sbarra d’ingresso. Buio, silenzio. Vede in lontananza un pò di gente e di luci e si avvicina. Chiede informazioni, e si accorge che parlano solo turco, o una qualche altra lingua sconosciuta. A gesti gli indicano il molo giusto. Il consulente riparte SGOMMANDO (bisogna conoscere il consulente in questione, per capire quanto questo gesto dia la misura della sua disperazione) e arriva in tempo al molo per vedere il traghetto delle 18:30 per Patrasso che lascia lentamente il molo.
La scena del consulente su un molo deserto, sotto la pioggia, che guarda una nave allontanarsi fa veramente Casablanca e Play it again, Sam, ma non possiamo fermarci qui. Il consulente si attacca al telefono e scopre l’esistenza di un secondo traghetto che parte dopo un’ora. Lo raggiunge, dopo peregrinazioni sui moli del porto di Bari, che al calare delle tenebre non è proprio un posto da signorine, con palese rischio della propria incolumità personale e sessuale.
Identifica l’equipaggio, si avvicina, parlamenta con i marinai greci che chiamano il comandante. Gli consegna la preziosissima busta. Il comandante non chiede soldi, come il consulente temeva, ma si rifiuta di dargli un qualunque recapito telefonico, un nome, qualcosa che possa servire ai partner greci ad identificarlo, a Patrasso. Il consulente se ne va, voltandosi ogni tanto indietro per vedere se fanno a pezzi la busta e la disperdono nell’Adriatico ridendo in greco.
Nel viaggio di ritorno, tutte le metafore aventi a che fare col mare gli si materializzano come terrorizzanti verità: siamo in balia delle onde, siamo in alto mare, promesse da marinaio. Bisognerà aspettare circa 24 ore prima di essere certi che la busta è arrivata, i partner greci l’hanno ricevuta, l’intero progetto è – consentitemelo – arrivato in porto.
Gradirei una standing ovation per questo consulente, per favore, nonchè la consegna del Premio “A Me Brunetta Mi Fa Una Pippa” 2008. Altro che privilegi.
a parte che la crociata di Brunetta viene combattuta anche contro le consulenze a pioggia, la gratuita volgarità del tuo commento (inusuale per te, puntoB) ti condanna
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che storia meravigliosa! lo conosco il consulente? 🙂