E così in preda a pensieri non propriamente rosei salgo in auto e mi rendo conto che posso percorrere n° 0 km., almeno stando al sofisticato sistema computerizzato della mia Yaris. Ergo, sarà il caso di fare benzina. Il benzinaio più vicino è a 200 metri, però inesorabilmente intasati. Calcolo che tra gli sgassamenti di prima – seconda e la leggera salita che c’è in mezzo, la benzina che c’è non mi basterà. Procedo oltre. C’è un altro benzinaio dopo il passaggio a livello, ma dovrei girare a sinistra, ed è assolutamente vietato. Se giro a destra e vado avanti fino al primo incrocio per fare inversione di marcia, rischio – ancora – che la benzina non mi basti.
Arrivo al passaggio a livello.
Non c’è traffico.
Avanzo – finta tonta – fino al centro dell’incrocio, poi rapida come una pantegana metto la freccia e svolto a sinistra, cogliendo l’attimo giusto.
Faccio venti metri, e sbucando da dietro un camion dove era abilmente mimetizzata mi vedo comparire davanti la Ferale Paletta delle Forze dell’Ordine.
Riassumo brevemente la mia situazione: sono senza cintura, ho appena fatta una svolta a sinistra vietata, ho l’accrocco per le bici montato dietro la macchina, per il quale ci vorrebbe un cartello carichi pendenti, che ovviamente non ho.
In questi casi c’è solo una tattica possibile: una totale completa spiazzante ammissione di colpa, con offerta di autofustigazione, ceci sotto le ginocchia, e nemmeno il più velato accenno di scusa. E sperare che l’interlocutore non sia gay. Apro il finestrino, prendo i documenti, e alzo la faccia verso il giovanissimo Tutore delle Forze dell’Ordine, facendo gli occhi della mamma di Bambi un attimo prima di essere sparata dal cacciatore: angoli esterni verso il basso, leggero luccicamento, ciglia in movimento.
Mi chiede se so che è vietato svoltare a sinistra (c’è un cartello grosso quanto una casa)
Si, si, certo, lo so (battito di ciglia)
Mi chiede se per caso godo di esenzione per la cintura.
Purtroppo no (battito di ciglia)
Se ne va.
Ci mettono circa 20 minuti, lui e il socio, ad imbastire un verbale. Li vedo nello specchietto retrovisore, curvi sul cofano della loro auto, che discutono, poi uno scrive e l’altro detta, in una versione in divisa della scena della lettera di Totò e Peppino. Io resto immobile al mio posto, mani sul volante, cintura allacciata, la quintessenza della Cittadina Modello.
L’agente torna, con verbale svolazzante.
Mi hanno abbuonato la cintura, il carico pendente, qualunque decurtazione di punti sulla patente. C’è solo una multa di 36 euro per la svolta vietata a sinistra.
Mi chiede se ho qualcosa da dichiarare.
No, rispondo, sono in torto marcio (accenno di sorriso, battito di ciglia).
Firmo.
Non è che noi ci divertiamo, sussurra il giovanotto a mò di scusa.
Ci mancherebbe, gli dico sparandogli uno sguardo dritto negli occhi, voi fate il vostro lavoro.
Lo vedo sul punto di strappare il verbale, ma non voglio strafare. Recupero verbale, carta di circolazione e patente direttamente dalle sue mani, saluto affabilmente, auguro buon lavoro, chiudo il finestrino.
Si, ok, sono una stronza.

e dire che se non facevi benzina subito rischiavi che la macchina si fermase proprio al centro dei binari del famoso passaggio a livello?
cmq la soluzione è una macchina immatricolata autocarro. Con quella passi e saluti con la manina le forze dell’ordine…io ne so qualcosa 🙂
Fare benzina prima di arrivare a 0 Km no, eh ?
E comunque puoi contare su un buon 10% di errore, voluto, del trip computer Yaris, fatto apposta per non lasciare a piedi le bellissime come te che abitano, appunto, una Yaris e non costringerle a battere le ciglia al fedele tutore dell’ordine…. con evidente dilemma del sullodato.
La prossima volta, se mi chiami, ti faccio arrivare la benzina in elicottero.
Sennò i fratelli che ci stanno a fare ???
Mhà.