Qualunque altro posto sarebbe andato bene.
Potevo attaccarmela al collo con un moschettone, come facevo fino all’anno scorso.
Potevo infilarla nei lacci delle scarpe e annodare stretto, come mi suggeriva la fastidiosa praticità americana di mia sorella.
Potevo, al limite, infilarla nel reggiseno, lì c’è un sacco di posto, al massimo la tiravo fuori un pò umidiccia.
E invece ho voluto fare la strafiga e l’ho infilata nell’astuccio dell’i-Pod. Che poi ho agganciato al pantalone tecnicissimo. Dietro, sempre per fare la strafiga. Poi tutta tranquilla, sono partita per 5 km. di corsa sotto il sole di un bel sabato primaverile. Corso, ansimato, sputato, camminato per recuperare il fiato. 5 Km. Stretchato al punto giusto i muscoli.
Ero pronta per andarmene. Metto la mano alle chiappe e OH! MERDA. il fottutissimo i.Pod è ancora lì – e d’altra parte, ho ancora la musica nelle orecchie. La chiave della macchina, invece, non c’è più. Il triste seguito è a base di rifacimento dei 5 km. con gli occhi a terra per cercare la stramaledetta chiave, constatazione amichevole con me stessa della circostanza che in macchina – chiusa – c’è TUTTO (borsa, cellulare, felpa, soldi), umiliante elemosina di una telefonata dal cellulare di un passante per per fare una umiliata telefonata a papy e farlo venire a prendermi con doppione dell’auto.
Il giorno dopo scopro che rifare la chiave della mia comunissima utilitaria giapponese costa 60,00 euro. E mi dice culo che è una comunissima chiave, senza antifurto, senza chiusura a distanza, senza un cazzo di niente, chiave e basta, se no dovevo farmi un mutuo, credo.