1. Entra. Mette su un occhio bovino che tenta di spacciare per seduttivo e poi esala: “TU NON LO SAI, ma sei molto sexy“.
2. ore 11.50: “Dovresti metterti la gonna“.
ore 12.10: “Le donne stanno bene in gonna e tacchi alti. Anche tu, dovresti metterti la gonna“.
ore 12.22: “Perchè non ti metti mai la gonna?”
Per rendere leggibile a tutti voi l’immensità della stronzata non solo proninciata ma anche con pervicacia reiterata, tengo a precisare che nel momento preciso in cui le frasi sono state pronunciate, fuori dalle finestre imperversava una tormenta di neve di portata storica, c’erano 3 gradi sottozero e marciapiedi sui quali gli addetti allo spalamento cadevano a grappoli ululando aggrappati alle pale, e io non indossavo un burka nè uno scafandro, ma un paio di onesti pantaloni elasticizzati da neve e vezzosi scarponcini da montagna.
Mi sono vista caracollare sul pak con i tacchi a spillo e una mini di pelle e ho provato pietà per lui.
3. Entra. Siccome fa freddo, ha sulla testa un colbacco di pelliccia ecologica con stella rossa, con i paraorecchie rialzati, fabbricato due giorni prima a Casavatore (NA) e venduto dai cinesi al Rettifilo. L’effetto Totò alla stazione di Milano è talmente immediato che dimentico qualunque parvenza di buona educazione e gli scoppio a ridere in faccia. Per punizione mi devo sorbire tutta la storia della contrattazione e dell’acquisto del colbacco sulla Piazza Rossa da un militare dissidente ai tempi di Krusciov.
Ma dai!Accetta il complimento,anche se fatto da un pazzo scatenato con l’occhio bovino!
Ciao bella!:-)
Eh eh, però ha ragione, le donne con la gonna…. 😀
Te l’avevo detto che avevi fatto colpo su Shel… e non volevi crederci.
Anch’io ho un collega col colbacco comprato sulla piazza rossa… adesso ho capito che la piazza rossa era quella di Casavatore!