Qualità totale / 1

E’ partito il corso di formazione ai dipendenti dell’azienda nella quale mi onoro di prestare la mia opera professionale. Titolo – assolutamente sovradimensionato rispetto a modalità ed obiettivi: “QUALITA’ TOTALE”.

Wow.

Obiettivi (reali): utilizzare i finanziamenti pubblici per certificare l’azienda. Sembra la stessa cosa, e per alcuni versi lo sarà, ma non è proprio la stessa cosa. Modalità: tutti e cinque intorno ad un tavolo, bloc notes con il logo della società, penne bic, lavagna a fogli mobili, un essere umano in piedi che parla e ogni tanto scrive qualcosa sulla lavagna a fogli mobili. Trarrebbe in inganno chiunque, non vi pare?

Stamattina per l’avvio delle attività formative è venuta anche la temibile funzionaria regionale, che ieri mi ha frantumato gli zebedei che non ho in minutissimi cocci, perchè “sull’elenco dei dipendenti da avviare a formazione non c’è la data di nascita, io come faccio a sapere che sono proprio le stesse persone trascritte sul libro matricola?” Ho promesso per stamattina dipendenti sull’attenti con documento di riconoscimento – valido – stretto fra i denti.

Questo il resoconto minuto per minuto della procedura di avvio delle attività formative, che, badate bene, non poteva essere fatto nel pomeriggio per “non costringere agli straordinari, che poi non vengono pagati, e poi siete voi che vi dovete adattare alla Regione, e non il contrario” (che due maroni):

ore 9:00:00 – la funzionaria entra, trova tutti allineati e coperti, compresi docente e responsabile dell’ente di formazione cui è affidato il coordinamento, registri compilati, firme messe, tutto pronto.

ore 9:00:30 – la funzionaria affida a me un documento da compilare, mezza paginetta di generalità del’azienda che lei potrebbe ricavare da altri sette documenti già in suo possesso. Intanto procede al “riconoscimento”: “chièilcoordinatore? ahèleinome? chièilresponsabiledell’ente? ahèleinome? chisonoidipendenti? pincopallonatoilduemaggiosessanta? pallopinconatoilquattroaprilesessantacinque?” e così via, senza mai prendere fiato. Al termine esala la domanda che da sola vale tutto il cabaret: “SIETE PROPRIO VOI?” Tutti annuiscono. I documenti di riconoscimento restano nei portafogli. La fiducia è l’anima del dipendente pubblico.

ore 9:02:00 – la funzionaria infila la porta dopo aver raccomandato: “Iovadomiraccomandoperqualunqueproblemarivolgeteviame”

ore 9:03:00 – tutti affastellano i bloc notes e tornano alle rispettive occupazioni.

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