L’ultima domenica?

L’ultima domenica, l’ultima solitudine. Almeno così sembrerebbe. Io lo spero, vivamente, perchè mi sto spegnendo lentamente dentro, lo sento, va peggio ogni giorno, oggi perfino il viaggio in Eurostar con libro nuovo (Pennac, per la cronaca, che adoro), uno dei miei piaceri preferiti, mi dava angoscia, avevo caldo, c’era troppa gente, avevo la sensazione di soffocare, ondate di ansia/angoscia si alternavano ad una specie di ansia molesta che non mi lasciava respirare.

Adesso va meglio, ma di poco.

In realtà ho paura anche d’altro, e cioè che questa anomala situazione affettiva nella quale mi sono trovata per 10 mesi sia solo un alibi, che non c’entri nulla, e che quando tutto andrà per il meglio (mi accontento della normalità, non chiedo mica la luna) io non starò meglio per niente.

Nel brevissimo tunnel della stazione della mia città ho avuto un flash, mi sono vista come in prospettiva, visto che la prospettiva è appunto di vivere se non tutta la vita sicuramente i prossimi tre anni in questo modo, una donna matura (si è maturi a 38 anni quasi?) in giaccone scuro che trascina un trolley due volte a settimana, e ho avuto un’ulteriore botta di nausea. Ma veramente avrò la forza di fare tutto questo?

Una bella notte di sonno, se riesco ad afferrarlo per la coda, unito al digiuno serale, visto che il pranzo mi è rimasto interamente fra esofago e gola, potrebbe rimettere tutto nella giusta prospettiva.

(pssst, Demone, come si chiamano quelle pillole che usi tu?)