Notte alta

Notte alta e sono sveglio, diceva quella struggente canzone degli anni '80. Non e' proprio notte alta, ma sono sveglia, comunque.

Mettiamo in fila un po' di cose. Forse poi riprendo sonno. Anche se tra un quarto d'ora mi suona la sveglia e ciao.

Ieri sera.

No, meglio: ieri.

Un rifiuto. Ok, non ho elementi sufficienti per comprenderne fino in fondo portata, valore, volontarieta', peso, limiti. E se approfondisco, viene pure fuori che l'ho buttata li' cosi', e che la risposta negativa mi esonera da qualunque responsabilita', con un certo inconfessabile sollievo. E poi 'ste donne che mi spingono avanti: forse perche' hanno figli maschi. O forse perche' a loro tempo si sono buttate, e gli e' andata bene. Io non sono stata cosi' fortunata ('a cajulella 'e chiummo della Cenerentola di De Simone) e adesso scusate ma non rischio. E poi non c'e' pericolo: come vedete, l'articolo, a quanto pare, non interessa.

Il mortifero inestricabile abbraccio con i disturbi nervosi, ansie, paturnie che mi circondano. Per amore, assecondo, modero, lenisco. Ma e' davvero questa, la via giusta? Ieri sera, alla solita pena si e' aggiunta una dose insospettabile e violenta di rabbia. Ma smettila, avrei voluto urlare, e curati, piuttosto. Non ci pensi a che fine fa la mia vita? A che fine faccio io? La tentazione di prenderla a schiaffi, di prenderla per un braccio e metterla di fronte alle sue responsabilita' mi faceva prudere le mani. Faccio letteralmente i salti mortali doppi tripli carpiati Axel per adattare la mia vita alla sua, e non basta mai. E vaffanculo, allora.

Suona la sveglia. Avevo altre cose da mettere in fila, comunque, ma si sono liquefatte. Meglio così.
Buongiorno?

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Inverno

E’ la quarta volta che metto le mani su questo post. Questo dà probabilmente un’idea dell’urticanza. Mò basta, però.

Nessuno si è sognato di nominare un dirigente al posto di Cecilia. I suoi figli professionali si aggirano per i corridoi sbandati e torvi, e per lo più fuggono altrove (un altrove professionale, naturalmente). Tra poco il 4° piano della Giunta sarà un deserto. Girano voci incontrollate ed incontrollabili sui candidati. Chiunque sarà, potrebbe dare una decisiva spinta al concorso per l’assistenza tecnica FESR, oppure fottersene ed affossarlo del tutto. O qualunque via intermedia. Poi bisogna sempre vedere come va, il concorso. Incertezza.

Da due mesi io e Stelvio teniamo un’asta quotidiana fra le multinazionali della consulenza per il bando assistenza tecnica FSE. Tutti i giorni cambiano le proposte, le compagini, le cordate, i vantaggi e gli svantaggi di aderire ad una invece che all’altra. Con ansie che crescono di giorno in giorno. E se sbagliamo cordata? E se.. ? E se .. ?
La scelta fra le diverse compagini di contendenti, peraltro, mi pone delicatissimi problemi di scelta fra lealtà e convenienze, fra coraggio e buon senso, fra affetto e brutti – anzi pessimi – ricordi. Poi bisogna sempre vedere come va, la gara. Incertezza, un filo di vergogna, e dispiacere, e ansia.

La salute di mia madre attraversa un momento un pò delicato. Niente di serio, almeno così pare, però deve affrontare l’ennesimo tour di analisi e cure. E io con lei. E finchè non si sarà del tutto ripresa, non respiro. Incertezza, ed ansia.

Dio è morto, e non perde occasione per specificare che MAI niente c’è stato, nè MAI niente ci può essere, nè MAI ci sarà. 
E va bene, ho capito. E’ inutile che me lo scrivi ogni volta.

E ho pure il coraggio di chiedere a me stessa come mai dormo male, di notte.

Per fortuna mi rimangono i fratelli, in spirito o in corpo, quando proprio non ce la faccio e ho bisogno di un abbraccio, vero, caldo, e di qualcuno che si prenda cura di me e mi porti a cena fuori per distrarmi e mi massaggi la schiena incordata dalla tensione e mi porti il sanguinaccio coi savoiardi e mi dica che comunque alla fine tutto andrà bene.
(MOB, non c’è bisogno che ti agiti  😉

La colonna sonora di stasera è gentilmente offerta da Fabrizio “Faber” De Andrè e Franco Battiato.