Domani mattina la Baccalajuola aspetta me e Stelvio per “fare il punto della situazione” e “darci qualche nuova sul futuro” (sic). Non so perchè in testa mi compare l’immagine dei gulag russi e di Ivan Denisovic che spacca pietre nel gelo siberiano.
Sto scrivendo come un’invasata, e cancellando con lo stesso ritmo. Penelope sarebbe fiera di me.
Intensi massaggi fisici con oli termali e massicci massaggi dell’ego fanno miracoli, in una domenica mattina di sole. Gli amici, del resto, servono a questo.
Ho ordinato su IBS due biografie di Ludwig van Beethoven, l’unico uomo che vorrei essere. Mi informerò per procurarmi on line anche un suo busto di finto marmo, sarebbe perfetto qui, affianco alla mia scrivania. Per intanto oggi ho sparato a piene casse e finestrini aperti la IX Sinfonia sulla strada che porta al lago, provocando scompiglio fra i villici, fra le folaghe dell’area protetta e fra gli occasionali gitanti.
La colonna sonora di domani, però, è gentilmente offerta da Carl Orff.
