Appunti sparsi dalle vacanze, cominciando dal tema che piu’ mi attrae: l’alimentazione.
Era abbastanza ovvio che venendo qui con i miei genitori – con mia mamma, soprattutto – i desiderata alimentari di mia sorella e i miei si ponessero agli antipodi: io volevo solo autentiche schifezze americane o etniche non riproducibili se non con difficolta’ dall’altra parte dell’Oceano, in particolare nel paesello ove vivo, lei voleva solo cibo fatto in casa e italiano quant’altri mai. E’ stato solo in forza di un vigoroso compromesso iniziale che abbiamo potuto imbandire tavole sulle quali comparissero contemporaneamente lasagne e hot dog con la mossstaaarda, cotolette e tramezzini con insalata – tacchino affumicato – pomodoro – maionese – salsina piccante, pasta alla siciliana e Queso Dip con tostitos, pastasciutte varie con cibo thailandese, cinese, greco, tex-mex, indiano. Io sono soddisfatta, credo anche lei.
I supermercati americani sono sconfinati, come molte cose in questo indimenticabile Paese, e hanno di qualunque cosa millemila varieta’, come se avere meno di 70 tipologie di caffe’ fosse gia’ l’anticamera della carestia. Muri di cremine in barattolo si parano di fronte alla estatica turista italiana, che impazzisce per le cremine coi sapori strani, possibilmente piccanti, e si fa prendere inevitabilmente dalla sindrome di Stendhal per cui le tocca tutte e poi non ne compra nessuna, perche’ tirata via dal resto della famiglia impaziente.
I due canali monotematici della tv satellitare che si occupano di cucina mandano in onda h24 gente di tutte le etnie, sessi, razze e religioni che cucina e vi fa vedere come si fa qualunque cosa, per lo piu’ eccessivamente trasudante grassi vari e con un numero di ingredienti e spezie che a Vissani da sole basterebbero per due pranzi completi. Il pasticcio sembra essere il filo conduttore di trasmissioni in cui si succedono senza soluzione di continuita’ signore cinesi, francesi, italiane (of course), messicane, spagnole che realizzano pastoni improponibili, che servono pero’ a far venire una certa fame, a qualunque ora la guardiate.
Il canale dei dolciumi e’ ancora piu’ perverso: tonnellate di cioccolato fuso, panna, cannella, fudge, caramello, noci, miele vengono ogni minuto mescolate insieme per farne bombarozzi mollicci sgognanti da 30.000 calorie a boccone. Il top e’ stato toccato stamattina alle ore 11:00 quando una signora di colore decisamente sovrappeso ha preparato bacon affumicato tostato in forno e ricoperto di cioccolato fuso, e lo ha chiamato “dessert”. E un po’ di cioccolato bianco, a guarnire.
Poi ci sono dei tizi – indimenticabile uno coi capelli a spazzola tinti di biondo, gli orecchini e gli anelli da truzzo – che vanno in giro per gli States a scoprire piccoli luoghi di culto alimentare, tavole calde nel mezzo del Montana dove si fa quella tale specialita’ con la carne di bufalo per cui tutti i montanesi affrontano un viaggio per andarla a mangiare. Si inizia con interviste a gente seduta ai tavoli, in genere con la bocca troppo piena per rispondere. Si prosegue con le retrovie. Il tour nelle cucine lascia spiazzati: il patron della tavola calda che vi fa vedere come si fa la specialita’ al bufalo mette il triplo di ingredienti rispetto ai gia’ tanti che si vedono nelle trasmissioni condotte in diretta da linde cucine televisive, il triplo di spezie, e fa bidoni interi di qualunque crema o marinata che serve per il bufalo. La scena finale e’ sempre quella del truzzo biondocrinito che addenta il tramezzino di bufalo come se non mangiasse da tre giorni (e forse e’ cosi’, il viaggio fino in Montana e’ lungo) e mugola di soddisfazione, da’ un secondo morso e poi spiega quanto sia delicious il mix fra il sapore del bufalo e quello degli altri settemila ingredienti che sono stati a viva forza contenuti fra due fette di pane.
Io sono stata drogata da questo canale per giorni interi. Ovviamente, non ricordo manco una ricetta.