Quando ho letto questo meraviglioso libro avevo una quindicina d’anni, e ricordo distintamente che i malesseri di origine psicosomatica ma drammaticamente reali del protagonista mi sembravano banali e facilmente risolvibili. Come si fa a cadere in depressione per un male fisico che in realtà non c’è? Può la paura avere tutto questo potere? Ma no, dai. Un bel respiro e la vita sorride. Le persone che passano di questi guai devono essere già un pò squilibrate per i fatti loro. E comunque, come è scritto bene, Berto è bravissimo. Ecco, questi erano più o meno i pensieri con i quali liquidavo il problema.
Non la penso più così.
Ho scoperto sulla mia fragile pelle che la paura dell’ignoto può trasformare una cazzata in un serio problema, con il quale non si riesce più a convivere, perchè la paura e la depressione che ne consegue si installano dentro, si annidano un atomo alla volta negli angoli più nascosti del nostro io, e a lì cominciano a rosicare, come tarli.
E’ fuori tema, lo so, ma spero che scriverlo mi basti a mettere ordine nei pensieri, e liberarmi un poco dalla morsa dell’angoscia, anche se per farlo compiutamente devo dire cose che avrei preferito non dire. Vabbè, le accennerò soltanto, so io che cosa sto dicendo.
Ho un problema fisico recidivante, iniziato un paio di anni fa e che si ripresenta con diabolica costanza un paio di volte all’anno. Curato con prodotti locali, ogni volta si è ripresentato in una forma leggermente più seria della volta precedente, fino a richiedere cure antibiotiche. In questi giorni è tornato, e insieme a lui un effetto secondario che apparentemente non c’entra nulla, ma che invece deve entrarci per forza, perchè le due cose arrivano sempre insieme. Tutto ad un tratto sento una specie di grosso brivido, che mi prende tutta, e per un paio di secondi sento che sto per svenire. Subito dopo il cuore comincia ad andare all’impazzata. Dopo pochi minuti tutto torna normale.
Però.
Però non posso dirlo a nessuno, perchè non voglio spaventare i miei; l’ansia cresce, ho paura di stare in piedi perchè potrei sbattere a terra. Ho paura di mettermi a letto e ho paura di chiudere gli occhi e cercare di dormire perchè ho paura di non svegliarmi più. Si ingenera un circolo vizioso che contribuisce ad iniettare altra ansia, e sto sempre peggio.
Come faccio a dire che è un fatto psicosomatico? Per una serie di considerazioni empiriche:
1. la crisi mi viene SEMPRE quando sono a casa. E la “casa” e la “famiglia” sono per me foriere di ansie di ogni genere: ho paura che i miei possano ammalarsi, ho paura che ci possano portare via la casa per un problema di debiti, mi mette ansia l’atteggiamento lassista di mio padre nei confronti dei problemi – sempre rimandare, mai affrontare, finchè non è troppo tardi – mi mette ansia questa vita da figlia di famiglia dalla quale non so staccarmi per complicatissmi motivi consci e inconsci.
2. la crisi non mi viene MAI quando lavoro, quando esco con gli amici, quando ho ospiti a pranzo o a cena, quando sono fuori città il fine settimana, anche se in queste ultime occasioni sono sola anche di notte e quindi a rigore ci dovrebbero essere molti più motivi di preoccupazione per me stessa e per la mia salute.
3. sono quasi alla fine di un periodo nel quale si sono stratificate molte sofferenze e preoccupazioni, quelle già descritte, più altre personali, e come ho già detto anche in questo blog, fare il cuscinetto ammortizzatore, e fare l’olio lubrificante per fare in modo che tutti possano essere felici, mi sta ammazzando. Nascondo segreti: cose mie che non posso dire ai miei genitori nè agli amici, se non a pochissimi, tristezze e ansie altrui che non posso socializzare, che mi devo tenere per me, facendomene carico, un colpo al cerchio e uno alla botte, mediare, mediare sempre, non rompere mai, fare in modo che altri possano non rompere fra loro.
Va bene, se lo sai, che è un fatto psicosomatico, metà del problema è risolto, giusto?
Non lo so.
Il brivido mi prende a tradimento, quando non me lo aspetto, e ogni volta non so quanto durerà. Come una scossa di terremoto: iniziano a vibrare i vetri, il lampadario oscilla, tu sai che è il terremoto e la cosa può finire lì, oppure aumentare, i vetri spaccarsi, i muri creparsi, la casa crollare in un rombo senza fine.
Come farò a guarire dal male oscuro? Appurato che il mio problema fisico è una stupidaggine, cambiato magari specialista e trovatone uno che mi risolva il problema di queste infezioni periodiche, passeranno anche le crisi di ansia? Ho bisogno di psicoterapia? di yoga? di cambiare vita? cambiare casa? abbandonare la mia famiglia al suo destino? fregarmene della felicità universale? e saprò farlo?
Ho paura a spegnere il pc e tornare a casa, stasera. E se chiamassi un’amica e andassi a bere una birra? Mi imbriaco, torno a casa e mi schiatto a letto con un salto, op. Ma posso fare questo tutte le sante sere? Ho bisogno di un diversivo per imbrogliare e confondere l’ansia, e tenerla relegata in un angolino, inoffensiva.
Aiuto.