E vediamo se mi riesce di pubblicarlo, ‘sto cavolo di post.
Da una settimana circola nel mio ufficio pubblico una fotocopia pirata dell’ordine di custodia cautelare per 51 persone che ha sconvolto la mia pacifica cittadina nei giorni scorsi e di cui suppongo abbiate sentito parlare. L’ho studiata con una certa attenzione, arrivando alle seguenti conclusioni:
1. se si addizionano tutte le somme di denaro menzionate nel corposo documento, si arriva alla stratosferica somma di Euro 7.500,00
2. i politici coinvolti avrebbero chiesto, in cambio di spintarelle su appalti, in qualche caso la “sistematizzazione di LSU”, si dice tecnicamente, ovvero l’assunzione di cinque, o sette, o due poveri cristi disoccupati cronici; in altri casi assunzioni tout court di altri poveri cristi, in uan Regione in cui la disoccupazione tocca punte del 25%
3. gli appalti di cui si parla non sono per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina, ma nemmeno di un centro commerciale a Roma o di una villetta al mare; sono appalti per la pulizia di Enti Pubblici, o ospedali. Insomma gli assunti con raccomandazione non vanno a fare i direttori generali della FIAT, ma vanno a pulire cessi
4. una buona parte dei reati descritti non sono in alcun modo collegabili fra loro. Uno dei “capi mafia” è un piccolo pregiudicato accusato di ricettazione, spaccio di droga, prostituzione (la descrizione di questo capo d’accusa tocca punte di comicità degne di nota), usura. Il caso vuole che quest’uomo sia il titolare di una impresa di pompe funebri sotto casa mia; delle sue attività diciamo così non cristalline sapeva tutto il quartiere ma probabilmente anche tutta la città: come mai solo ora la magistratura scopre “il sistema mafioso?” a me l’idea che quell’omino non intelligentissimo andasse a imporre scambi affaristici al Presidente della Giunta Regionale mi pare verosimile come una banconota da 22 euro.
La mia conclusione è che esiste sicuramente un insieme di piccoli episodi di malaffare, certamente condannabili non solo moralmente ma anche giudiziariamente. Ma per derivare da questo la “rete di collusioni mafiose”, le “infiltrazioni a livello di sistema della mafia nel mondo politico” credo che gli inquirenti si siano addormentati davanti al telefilm su Borsellino, e non si siano più svegliati.
