Che mi ha portato su e giù per montagne lucane, calabresi, campane, e su fino alla montagna pistoiese e giù fino allo Ionio senza battere ciglio.
Che si è dignitosamente fatta superare dai TIR in autostrada, per poi riacchiapparli diabolica alla prima salita.
Che non si è mai fermata, neppure quando le ho fatto fare 750 chilometri tutti d’un fiato, neppure quando aveva la marmitta spompata e faceva un rumore che pareva un Boeing in decollo.
Che non ha MAI bucato.
Che sdegnosa come una vecchia signora nobile caduta in povertà ha sopportato che io non la facessi lavare per 13 mesi, tanto che il quadro comandi non era più visibile dietro lo strato di polvere e smog, e per capire a che velocità stavo andando e cosa segnava l’indicatore della benzina tiravo ad indovinare.
Che invece dell’aria condizionata aveva un lussuoso bocchettone che sparava aria a tre velocità, peccato che l’aria fosse prelevata direttamente dall’esterno e quindi ad Agosto mi pareva di avere un phon puntato sulla faccia con risultati non impeccabili per il mio comfort.
Che ho riempito di pupazzetti veramente osceni oltre che di borse da ginnastica, ombrelli d’emergenza, bottiglie d’acqua semivuote e vuote, fazzolettini di carta e audiocassette di Fabrizio De Andrè, e ciò nonostante mi ha lasciato senza benzina solo due volte, quando era ancora nuovissima e non avevo imparato a valutare l’indicatore.
Che ho finito di pagare due anni fa, facendomi sentire la proprietaria d’auto più orgogliosa del mondo.
Che ha sopportato stoicamente sole, neve, pioggia, fango, sabbia, resina, foglie, cacche di piccione e guano di gabbiano nei posti dove l’ho parcheggiata e magari abbandonata per qualche ora.
A lei, priva di airbag, barre antisfondamento, sistemi di sicurezza di qualunque genere. A lei, nella quale le cinture di sicurezza partivano da dietro la mia testa per assicurarmi ogni volta l’effetto garrota e che mi lasciavano un simpatico segno di strangolamento sul lato sinistro della gola. A lei, che ho amorevolmente lasciato almeno una volta l’anno nelle mani di un esosissimo meccanico che mi cavava ogni volta un occhio della testa senza peraltro avere fatto MAI nemmeno il gesto simbolico di compilare una fattura e per motivare il furto adduceva riparazioni complicatissime con termini tecnicissimi e pezzi cambiati il cui nome secondo me si inventava al momento (“ho dovuto regolare la diversificazione dello scarrucolatore, e poi sono stato costretto a rivedere tutti i retrospin dello spin-terogeno“). A lei, che non ho mai fatto nemmeno sfiorare da altre carrozzerie, nè da pali, alberi o muri estranei o altri corpi solidi, ma solo – impercettibilmente – dalle pareti del mio garage. A lei, muta testimone di almeno due o tre appassionati atti d’amore carnale, e di infiniti baci. A lei, che mi ha portato da lui centinaia di volte, accettando di farsi bagnare il volante di lacrime senza mandarmi a cagare quando la volta dopo ero pronta a ripartire.
A lei, che domani lascerò nel piazzale del concessionario Toyota, che nonostante i 105.000 chilometri tondi mi ha smollato 2.500,00 euro per poterla rivendere a qualcun altro,a riprova che il valore di un’auto, come quella delle persone, si riconosce da altri segni che non sono gli anni, e neppure i chilometri percorsi. Che domani sicuramente mi guarderà con i fari tristi mentre me ne vado con la Yaris e mi ricorderà, impietosa, di quel giorno di primavera in cui sono andata a prenderla da un altro concessionario e le ho trionfalmente fatto il primo pieno e mi pareva la macchina più bella del mondo.
Alla mia Fiat 500 SX Sport azzurro Ischia, fedele compagna – almeno lei – degli ultimi 6 anni della mia vita.

Mi hai fatto venire i brividi. In questa auto nuova ci saranno tanti altri infiniti baci :-).
soltanto 13 mesi?;;
io ti capisco.
Quando decisi di acquistare la macchina nuova, tirai fuori tutte le scuse possibili ed immaginabili per non rottamare la vecchia… Adesso mi accingo a cambiare la ‘nuova’, alla quale non mi sono mai affezionato… La vecchia è sempre lì, mi accompagna in ufficio ed a spasso per la città; non chiede molto, ma io la coccolo tanto. Credo che non la toglierò mai.
PS cmq, ti auguro di non vedere mai la vecchia in giro… fa tanto male!
Porca l’oca, sorellina, ma perchè devi scrivere così maledettamente bene ??? Snif !!!