La mia stanza in ufficio è al 4° piano.
La macchinetta del caffè (o presunto tale) è al 3° piano.
Mi alzo per andare a prendere un caffè e caracollando sulle mie meravigliose scarpe alte salgo spedita al 5° piano.
Realizzo l’errore, mi interrogo brevemente sui motivi dello stesso, scendo al 3° piano.
Prendo il caffè, e rimestando con l’apposita bacchetta di plastica nella brodaglia scura faccio per tornare nella mia stanza.
E scendo al 2° piano.
Sono così concentrata che – aiutata dalla circostanza che i piani sono identici, quanto a disposizione delle stanze – vado avanti imperterrita lungo il corridoio. Il mio cervello avvolto nella bambagia registra fuggevolmente una guardia giurata diversa da quella che avevo visto al mio piano, e un albero di Natale enorme, molto più grande di quello che ricordavo. Comincio a rallentare solo mentre leggo i nomi sulle stanze, e mi fermo definitivamente quando dalla MIA stanza esce un collega che so benissimo essere appartenente ad altro Dipartimento (che mi sfotte, pure: “Ti sei persa?”)
Torno perplessa al 4° piano.
Zio Sigmund avrebbe molto da dire, credo.


hao fatto qualche giorno di ferie, si? No perchè…mi sembri stressata eh 🙂 baci cara
ma che ne so, Caterì … 🙁
stress post natalizio, come lo stress post estivo?
baci anche a te