Appunti per una ricerca di dati / 7

UPDATE delle varie ricerche sparse 🙂

I laureati: il MIUR ci risponde. Con una mail ampiamente copincollata immagino da altre mail simili, dalla quale nonostante l’abbia letta 3 volte e nonostante sia dotata di una intelligenza media, non cavo un ragno dal buco. Riscrivo con umile pazienza dicendo che è sicuramente colpa mia, la faccia mia sotto i piedi vostri, ma io non ho capito quale delle due fonti è (più) attendibile. Mi riscrive l’omo MIURche trattandomi con palese disprezzo mi spiega che la fonte Anagrafe Studenti è certificata, ma in essa non sono – non sono, ripeto – inseriti i dati relativi alle lauree del vecchio ordinamento  😐  mentre la fonte Ufficio Statistica li contiene tutti. Ovviamente quella che quindi alla fine sembra essere la fonte che dovremo scegliere contiene anche i dati per noi meno favorevoli, ma vabbè. Ciliegina sulla torta, mi risponde anche Almalaurea, che stronca le nostre residue speranze (i numeri Almalaurea erano a metà fra i due numeri MIUR) rivelandoci – immaginabile, ma avevamo creduto al miracolo – che i dati provengono ogni anno da un numero di atenei sempre maggiore, ma non dalla totalità. Al momento coprono il 78% circa degli atenei italiani, ma ne coprivano meno del 40% neglianni fra il 2000 e il 2003. “A tutt’oggi mancano, ad es., gli atenei lombardi” [chissà perché, NdR] mi dice sconsolato l’interlocutore, che parla come Guccini.

I disabili: l’Istat, che ha studiato cose che nessuno vorrà mai sapere, tipo le variazioni statistiche nella produzione di colza da allevamenti biologici, ha, sui disabili, a livello di area regione, un misero studio fatto nel 2004. E basta. Ci viene il lampo di genio di rivolgerci all’INPS: tutti i disabili (e se non tutti la stragrande maggioranza) ha una pensione di disabilità pagata dall’INPS, l’INPS avrà i numeri delle pensioni che paga. Scrivo senza troppa convinzione una mail alla direzione della sede regionale. Oggi mi squilla il cellulare. E’ una mia cara amica, collega dell’Università, che infatti di mestiere fa l’avvocato. Mi chiede “se ho scritto una mail all’INPS, ieri”. Una domanda del genere fatta da un avvocato mi mette subito in agitazione: avrò offeso il direttore generale, chiedendogli volgari numeri? erano dati coperti da segreto istruttorio? ho intralciato le indagini della Finanza? Niente di tutto questo: la sorella gemella dell’avvocato (che – tra parentesi – ha il mio stesso cognome, fonte di infiniti qui pro quo nella bolgia della Federico II negli anni ’80) lavora all’INPS e sarà lei ad occuparsi di rispondermi. Miracoli del piccolo centro, e dei social network reali nati in tempi non sospetti.

Il nulla spinto, invece, dopo 16 giorni dalla richiesta e 15 dalla elaborazione dei dati, da parte dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro. La “spedizione in via ufficiale” non è probabilmente mai avvenuta. Ho scritto 4 mail di sollecito, li sto aspettando al varco per sputtanarli. I dati dell’altra provincia mi sono arrivati comodamente via fax, 7 giorni fa, senza tante storie.

Concludo con lodi lodi lodi al sistema informatico di monitoraggio regionale, che mi elabora tabelle in Excel su praticamente qualunque cosa, con infinite possibilità di estrazione di qualunque altra cosa. Con un filo di attenzione, sempre, ché la trappola è in agguato, e va scansata manualmente.

Una risposta a “Appunti per una ricerca di dati / 7”

  1. aspetto con ansia la conclusione della tua odissea valutativa….. io son restato invece attaccato alle sirene del mediterraneo 🙂

I commenti sono chiusi.