Pubblicazioni

Da più di un anno siamo tormentati dal problema di dover a tutti i costi fare delle pubblicazioni. Nessuno si sposa: intendo dire che abbiamo dei testi (saggi, ricerche, monografie, allegati statistici) che dobbiamo rendere visivamente simili a libri, di quelli che si comprano nelle librerie.

Facile, direte voi. Si porta il file in una tipografia di medie dimensioni e con una spesa tutto sommato modica, quella vi sforna 500 copie con tanto di copertina patinata, della quale, volendo, potete perfino concordare la forma grafica. Ingenui. Non avete fatto i conti col Capo, che si è messo in testa – per altri motivi, ma questo è il risultato – di diventare tipografo. Ci sta martellando la salute da circa un anno e mezzo con questa storia dei macchinari per tipografia, “ma non proprio per una tipografia, piuttosto, ecco, macchine per centri stampa” dei quali vuole sapere da noi costi e funzionamenti. L’idela sarebbero delle macchine che costano pochissimo e che fanno tuttissimo, utilizzando la carta igienica (usata) invece delle risme di A4 e soprattutto lo fanno da sole, basta pensare al libro ed eccolo sfornato.

Dopo avere sondato tutti i tipi possibili di macchine in un escalation che va dal ciclostile a manovella anni ’70 fino alla macchina spaziale a sintesi vocale passando per la macchina a rullo di Peppino De Filippo nella Banda degli Onesti, siamo giunti alla conclusione che vie di mezzo non ne esistono: o si comprano macchinari da tipografia, per i quali poi occorrono locali e personale specializzato, o si esternalizza.

Oggi, ennesima riunione per decidere delle sorti delle ormai ammuffite pubblicazioni. Perennemente non soddisfatto delle nostre anche un pò sarcastiche risposte in merito a questa smania tipografica, che fatalmente si risolverà in una spesa faraonica di macchinari che prenderanno la polvere dopo le prime 50 copie faticosamente e “inespertamente” sfornate, il capo ad un certo punto ci guarda tutti schifato, poi guarda la segretaria, una giovane bionda di bell’aspetto e le dice queste testuali parole: “E’ POSSIBILE AVERE UN RAPPORTO CON UN TIPOGRAFO?”

“Come no” risponde lei serissima, dotata di grande sense of humour, e non è un ossimoro, “Se è un uomo normale … ” Le risate ci hanno talmente soffocato che la riunione si è sciolta con un nulla di fatto.

Ma se pò campà accussì?

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