A grande richiesta del mio fan club faccio una piccola digressione sul tema “prese elettriche nell’Eurostar Roma – Taranto”.
Il treno in oggetto, fisicamente, è un ETR 450, il vecchio, onesto Pendolino: è uno dei primi Eurostar che sono stati immessi su rotaie, e risale forse ad un paio di decenni fa. Ostenta, poverino, una forma aereodinamica e un colore bianco e rosso vagamente simile a quella degli ES e AV che viaggiano da Eboli in su, ma nell’animo è rimasto un rapido, risalente a quando c’erano i rapidi, gli accelerati e la terza classe. Parliamo dello stesso treno che, in direzione Taranto, all’altezza di Buccino si è più volte fermato perchè a pieno carico in salita il motore non ce la fa: si scende tutti, e si trasborda su un pullmann, e si arriva a casa con un paio d’ore di ritardo.
Dentro tale portento ci sono posti a sedere un pò scorticati, rivestiti di tessuto grigio blu con testiere bianche con il logo delle FFSS. I sedili hanno – avvitata allo schienale del sedile davanti – una ribaltina di plastica blu con il fermo a gancio, un pò (ma molto un pò) come i tavolini degli aerei. Se lo si apre, la parte di schienale di sedile che resta nuda mostra un anello di plastica, che sollevato può servire a fermare una lattina o un bicchiere. Anche la ribaltina, uan volta aperta, ha una specie di avvallamento tondo a destra che può servire a fermare – con molta minore efficienza – una lattina o una bottiglietta d’acqua. A fianco del sedile, in basso, avvitato alla paratia del treno, c’è un cestino di metallo blu. E con questo finiscono i servizi offerti dall’ES Roma – Taranto A/R.
Le uniche prese elettriche presenti sono situate:
1. all’inizio e alla fine di ogni vagone, in basso vicino ad uno dei due posti singoli, vicini alla porta: ma sono al 90% sfondate, o non funzionanti;
2. in prossimità del vano bagagli, anch’esse per lo più non funzionanti. E se anche ne trovate una che funziona, mettere un cellulare a ricaricare lì significa restare in piedi nel vano di passaggio fra il vagone e i cessi per il tempo necessario alla ricarica, perchè abbandonare un cellulare in quel punto significa che non vi serve più, vista la fauna non sempre rassicurante che popola il descritto miracolo dell’ingegneria ferroviaria italiana.
Visto il tragitto relativamente breve coperto, non ci sono prese elettriche nemmeno nei bagni, ed in ogni caso sostare in quei bagni più del tempo necessario a soddisfare bisogni fisiologici urgenti è esperienza che sconsiglio a stomaci deboli.
Tanta puntigliosa (e saccente, me ne rendo conto) conoscenza del mezzo mi deriva dalla circostanza che, soprattutto dal 2002 in poi, sono salita su quei treni con cadenza pressochè settimanale, e ho speso in quei treni sicuramente molto più tempo di quanto ne abbia speso, che so, a cucinare, o ad accompagnarmi ad individui del sesso opposto al mio con reciproca sodisfazione.
(mentre non mi pare che chi sostiene l’esistenza di prese elettriche in TUTTI gli Eurostar abbia mai, e per sua fortuna, messo piede sull’ES 9363 in partenza da Roma Termini e diretto a Taranto (e viceversa).