Psycosomatica

Lo so che stai cercando di fare.

La nausea, l’ho sempre presa sottogamba, chi se ne frega di un pò di nausea.

Dal colon ci eri già passato, sono anni che soffro di colite spastica da stress, e anche se ogni tanto farei volentieri un nodo di tutto il pacco intestinale e lo butterei via, non ci bado, respiro con la pancia, bevo molto e non ci penso più.

Allora sei passato alla guerra.
Hai cominciato l’anno scorso, approfittando di una banale cistite, e del caldo, e giù con i giramenti di testa, le sensazioni di svenimento, e il conseguente panico che mi prendeva pensando che sarei potuta svenire così, da un momento all’altro. Constatato per bocca della scienza medica che non avevo un cazzo, ho cominciato a ragionare, a riflettere su me stessa, a scavare dentro, a fondo, facendomi domande, e dandomi delle risposte, e sono riuscita a metterti in un angolo, a controllarti, a tenerti a bada, anche se mi hai tolto un pò di gioia di vivere.
Ma stavo meglio, comunque.

Allora sei passato alla guerra termonucleare globale.
Da una settimana ho tutti i sintomi della malata di cuore: palpitazioni, formicolii, un senso di peso al petto, è sbucata fuori di nuovo la lipotimia. Da due giorni il peso si è spostato più giù, verso la bocca dello stomaco.
Rifarò tutta la trafila medica, ovviamente, ma so già che cosa mi diranno: che non ho niente di serio.

Quello che voglio dirti è che non ce la farai.
Io voglio vivere, per di più serenamente, e non mi farò trascinare da te nel gorgo della depressione o della malattia immaginaria. Il cambio di lavoro, l’incertezza ad esso sottesa, l’ansia della collocazione: hai approfittato di queste banalità della vita per tornare a farti sentire.

Ma sappi che io continuerò a lavorare quanto è necessario, dando il meglio di me anche nella catacomba dove sono finita, come ho sempre fatto, e se sono 9 o 10 o 12 ore non importa, perchè non ho manco 40 anni e sono nel pieno delle mie energie. Cercherò una casa insieme al mio compagno, la arrederemo e stapperemo una bottiglia di champagne quando avremo finito.  Continuerò a correre, ridere, saltare sugli autobus,  incazzarmi, mangiare patatine fritte e prendere aerei, e la notte dormirò il sonno profondo e sereno di chi si è fatta il culo tutta la giornata.

Non mi spaventi, inconscio di merda.