Così è la vita

Ho passato una bella serata, ieri.
Mi sono offerta – non so quanto consapevolmente – di raccontare la mia storia di stalking ad un uditorio misto, persone molto conosciute, altre molto meno.
L’ho letta, dopo aver passato tre giorni a rimettere insieme gli appunti sparsi in tutti questi anni di spurgo.
Non mi ricordo molto bene come è andata, tranne che cercavo di dominare il tremito delle mani mentre abbassavo il volume delle casse che avevano fatto andare qualche battuta di quel pezzo che odio, e le facce sgomente, i corpi immobili e gli occhi lucidi degli astanti, psicologa compresa. Nessuno osava muoversi, mentre sciorinavo il rosario della mia sofferenza, e i motivi per i quali penso ancora che un pezzo non piccolo del guasto fosse dentro di me, che sono stata in modo impercettibile ma decisivo carnefice di me stessa. E di come alla fine quello che ha prevalso è stato l’istinto primitivo di sopravvivenza, quello sepolto nell’amigdala, la lotta disperata del topo per sgusciare fuori dalla saettella che si riempie d’acqua, non il ragionamento razionale dell’homo sapiens.

Mi ricordo bene però alcuni abbracci stretti, dopo, diversi, di gente che sa tutto di me eppure non mi aveva mai abbracciato così. E i molti complimenti per lo stile della scrittura, che aveva reso bene, credo, quella lotta disperata.

Mi devo decidere a pubblicarlo, quel racconto.

Colonna sonora gentilmente offerta da Mariella Nava.

Paura di volare / 2

Ci deve essere sicuramente un motivo per il quale ho l’impressione che odio viaggiare. 

Ci deve essere qualcosa dietro, o meglio dentro, a questo buco allo stomaco che mi prende quando comincio a fare la valigia, sia pure per un’occasione che dovrebbe essere piacevole, come una vacanza. 

Ci deve essere un perchè per il mio improvviso amore per la routine di tutti i giorni, e un perchè per il pensiero ossessivo che comincia a prendermi che è “l’ultima volta che”
– parcheggio sotto l’ufficio
– pranzo con i miei
– rientro a casa la sera 

perchè c’ho ‘sta caga? 
forse perchè devo prendere un aereo diretto negli Stati Uniti?  

mettendo momentaneamente da parte l’antipatia che alcuni di voi provano nei miei confronti, mi confortereste un pò? (si accettano consgili zen sulla respirazione atta a ridurre stati d’ansia)

no farmaci 

grazie

Mondo, giorno

Ma è solo un momento, appunto.

Poi mi rendo conto che non sono libera di passare la domenica con l’uomo che amo e risprofondo nella depressione. Ho anche paura di volare, e invece fra una settimana prenderò ben due aerei di cui uno intercontinentale per un totale di quasi 12 ore col culo per aria che è una cosa innaturale perchè se Dio avesse voluto farci volare ci avrebbe fatto spuntare le ali, no?  per andare da mia sorella, udite udite, portandomi dietro mamma e papà.

Sarà un disastro da cui non mi riprenderò se non a forza di pillole grigie il cui nome finisce in -tox o -ina.