Una riconciliazione come si deve presuppone un incontro ravvicinato del IV tipo. E quindi eccomi alle 8:30 del mattino sull’autostrada più disastrata del mondo in solenne marcia con la mia 500 SX 1100 azzurro Ischia, ovviamente priva di qualsivoglia forma di aria condizionata o climatizzazione, se si eccettua l’aria tiepida che esce dai bocchettoni (bocchettoni, mò … bocchettini). Per oggi la SPLP può aspettare, anche se do per scontato che ci saranno quelle due o tre tragedie incombenti ed emergenze incalzanti proprio durante la mia giornata di assenza.
I primi 50 km sono bellissimi. Siamo ancora in montagna, l’aria è frizzante e profuma di resina di pini, la strada è in discesa, 4 corsie, ben tenuta, pochissimo trafficata da montanari tranquilli e camion di pomodori senza fretta di diventare pelati. Registro comunque che alle ore 9:00 del mattino, che con il sole per via dell’ora legale sono in realtà le 8:00, ci sono già quei 27-28 gradi.
I secondi 50 km fanno capire all’ignaro utente perchè si dice che la via dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Siamo sulla famigerata A3, sulla quale incontriamo nell’ordine: a. cantieri chiusi di lavori in corso con deviazione a doppia S; b. deviazioni senza la benchè minima traccia di cantieri; c. mezzi dell’ANAS che potano gli oleandri della mezzeria senza ALCUNA segnalazione; d. gentiluomini che si immettono sull’autostrada stracatafottendosene di chi sta arrivando a circa 120 km. orari (ebbene sì, la mia belva arriva fino a 120. Poi, fonde); e. uscite intasate con coda che deborda sull’autostrada occupando la corsia di destra ma ANCHE quella di sinistra. Come Dio vuole arriviamo a Salerno.
I terzi 50 km la situazione diventa degna di Holer Togni. La strada si allarga a 6 corsie per circa 500 metri, poi si restringe di colpo a circa 2,5 corsie per due km, e avanti così con questo andamento “a calza smagliata” per il quale si richiedono riflessi prontissimi e auto capaci di assottigliarsi come nei cartoni animati. Miracolosamente in nessuno di questi 100 km ho trovato incidenti, a riprova del fatto che gli indigeni ormai si sono abituati. Da non dimenticare, naturalmente, le famose immissioni a tagliola, vecchie di circa 100 anni, praticamente perpendicolari all’autostrada. La Madonna di Pompei osserva benevola le automobili affacciarsi timidamente, e poi partire bruciando in 20 metri tutte le marce, nel disperato tentativo di prendere velocità prima che arrivi il TIR tedesco a tranciarle in due.
Gli ultimi 30 km sono per gli amanti del brivido (caldo, la temperatura è salita a 38 gradi e l’umidità all’80%, perchè siamo sulla TANGENZIALE DI NAPOLI. Niente paura. C’è solo da stare attenti alle immissioni selvagge, alle code improvvise in galleria, ai sorpassi a destra e POI a sinistra (o viceversa), ai lavori in corso che restringono la carreggiata, ai motorini con sopra padre in bermuda, madre in prendisole, bambino in costume, borse di paglia e cocomero sul portapacchi.
Sono arrivata, il resto della giornata di riconciliazione me la tengo per me.
Poi sono ripartita. Tutta la strada descritta, al rovescio.
Poi dice che vivere al Sud è rilassante.