Era il 1996 quando per la prima volta ebbi un’idea (vaghissima, lo ammetto) di cosa era la rete Internet, che oggi festeggia i 30 anni dal suo arrivo in Italia. Quindi anche io festeggio i miei venti anni con la rete. Che per me significa un sacco di cose. Sorvolo su quanto importante è oggi la rete per il mio lavoro, perchè quello è abbastanza ovvio. Meno ovvio, anche se sotto gli occhi di tutti, vedere quanto Internet ha cambiato la qualità della mia vita affettiva e di relazione. Migliorandola.
Non vado più alle poste, in banca, all’INPS, alla biglietteria ferroviaria ed aerea, in agenzia viaggi. Non faccio più code inutili e ne evito ad altri. Vado ancora nei negozi, ma sento che è solo questione di tempo. Non chiedo più informazioni quando viaggio. Ogni tanto mi perdo ancora, ma quello è un fatto privato fra me e l’algida signorina del tomtom, sul quale stendo un dignitoso riserbo.
Da quasi vent’anni mia sorella vive all’estero, negli USA. Potete immaginare quanto scarse e insoddisfacenti fossero le comunicazioni, i primi tempi: frustranti telefonate una volta alla settimana, che restituivano una voce incorporea e evanescente che non lasciava nessuna traccia dietro di sè. Oggi siamo costantemente e continuamente connesse: mail, facebook, whatsapp, skype. Un ecosistema di connessione digitale che ci consente di fare shopping insieme, scegliere insieme un regalo per la mamma, cucinare insieme, concordare gli orari dei voli o dei treni, sapere sempre dov’è l’altra, vedere gli interni della nuova casa, scegliere i mobili giusti. Ci consente di vederci, virtualmente in qualunque momento, in un video nel quale la sua faccia (e la nostra, per lei) compare a grandezza naturale, e pare ci voglia un attimo per farla uscire dallo schermo e farla atterrare qui, sul mio divano.
I social network non hanno affatto limitato la mia vita di relazione, anzi l’hanno enormemente ingigantita (con mia grande gioia, perchè io sono un animale sociale). Seguo la vita e il lavoro di persone che vivono a grande distanza da me, parenti o amici lontani dei quali non saprei nulla, senza la rete. L’empatia è aumentata – se possibile – e così l’attenzione alle problematiche civili, sociali, ambientali, economiche. Posso intavolare lunghe discussioni con amici, ma anche mettermi in contatto con persone in altri tempi inavvicinabili, e questo ha migliorato la mia cronica timidezza rispetto alla autorità, e il mio senso di giustizia e democrazia. Ecco, per me Internet è una cosa che avvicina le persone. Impagabile.
Mi impegno a fondo per migliorare il pezzetto di mondo intorno a me. Prima di Internet, non avrei saputo nemmeno con precisione quali erano i problemi. Ho scoperto di essere brava a raccogliere persone intorno a me, ho scoperto che le mie opinioni e il mio modo (quasi) sempre ironico e scanzonato di intendere la vita, compresi i giorni bui, piaceva a molti. Mi sono costruita, come si dice, una buona reputazione in rete, quasi senza volerlo. Faccio parte di molti gruppi ed associazioni con i quali lavoro ogni giorno, dal vivo e in rete, per costruire cose senza chiedere permesso a nessuno, senza fare anticamere, senza cappello in mano.
(ok, è possibile che molte di queste cose siano accadute semplicemente perchè sono fatta vecchia, ma chi può dirlo?) 🙂
Ho imparato a mia volta a riconoscere l’autorevolezza delle opinioni espresse, ed è con quelle che formo le mie.
Ho potuto raccontare al mondo la mia vita. Ho potuto mettere nero su bianco emozioni e sofferenze lancinanti, ed è stato molto terapeutico. Sono guarita perchè da questo blog ho potuto dire al mondo che stavo male, e scoprire che scriverlo mi faceva stare ogni giorno meglio. E no, non è come il vecchio diario col lucchetto: sapere che ci sono occhi che ti leggono, quasi sempre benevoli, talvolta duri – ma serve anche quello, per non sprofondare nella autocommiserazione – è MOLTO efficace e terapeutico.
Perciò, grazie Internet.
Non potrei più vivere senza di te.