Le Nozze del Secolo / 2

Non c’è niente da fare: dal finestrino del pullman che ci è venuto a prendere in albergo per portarci in chiesa, vedo il padre dello sposo e i compari d’anello in gessato grigio con gardenia all’occhiello che marciano con sopracciglia aggrottate verso la macchina dei vigili urbani, colpevoli di non volerci far arrivare dentro la Cattedrale, e sento invariabilmente la colonna sonora de Le mani sulla città.

Intanto le stringhe dei meravigliosi sandali dorati con tacchi alti comprati con tanto amore mi stanno entrando nella carne lasciando strisce viola. E il matrimonio non è manco ancora cominciato.

Quello secchione

Roma, paludata riunione ministeriale.

Fra gli altri è presente, però rappresenta la controparte, un coetaneo conterraneo che io e Stelvio conosciamo bene e abbiamo fieramente sui coglioni. E’ in gessatino e cravatta regimental, tiene gli avambracci accuratamente ed impeccabilmente poggiati sul tavolo, i polsi rialzati, una mano che regge la stilografica. Sguardo talmente concentrato che sconfina nell’assente. Immobile finchè parla chiunque. Appena prende la parola il suo capo, che illustra ciò che la società di consulenza che rappresenta sta facendo nella nostra regione, scatta a prendere appunti. Siccome è LUI il referente della società di consulenza nella nostra regione, in pratica sta prendendo appunti sulle cose che ha fatto lui.

Ad un certo punto il suo capo se ne esce con “.. in effetti ci sono attività ancora da RICOGNIRE”. Appena lo dice, il capo assume la faccia di chi si è reso conto della vongola micidiale che gli è uscita dalla bocca, e si guarda disperatamente attorno per vedere chi se ne è accorto. Tutti ostentano indifferenza, fischiettando – metaforicamente e non – e guardando da un’altra parte. L’unico che prende diligentemente appunti, per cui RICOGNIRE resterà impresso nella carta nei secoli a venire, è il suo junior, che alza la faccia speranzoso dal blocco appunti attendendo il seguito.