Nuovi personaggi ed interpreti / 1

(non avrete mica creduto che in un ufficio con circa 100 anime non ci sia qualche personaggio degno della mia attenzione, vero?)

CERBERO – E’ una donna. Almeno credo. Voci di corridoio alimentano la leggenda che per non meglio precisati e motivati spostamenti interni sia passata da un ruolo marginale (designava le commissioni di valutazione) ad un ruolo dirigenziale per il quale non ha titoli, cultura, esperienza. Altre voci specificano che “ha un problema a trattare con le donne”. L’unica difesa possibile è l’attacco. In un metro e cinquanta scarso di altezza per un metro e cinquanta scarso di larghezza (un cubo, avete capito bene) si concentra quindi tutta l’acidità e la sospettosità dell’universo. Qualunque cosa le si chieda, vi guarderà alzando un sopracciglio fra l’incazzato e il leggermente spaventato, come se le steste chiedendo di scoprire il collo per un’esecuzione – cosa impossibile, peraltro, perchè la testa poggia direttamente sulle spalle senza fastidiose intermediazioni. Invece di salutare, ringhia. Non sorride mai. La sua voce venata di pesanti inflessioni dialettali trapassa il corridoio gradevole come un’unghia su una lavagna, e sta sempre cazziando qualcuno.

Arriva di corsa e passa davanti alla porta del mio loculo. Intravedo con la coda dell’occhio un monolite nero in smanicato trapuntato beige e alzo lo sguardo.

“Tutto bene??” abbaia (pensate un pò, lei è quella che avrebbe dovuto farmi, diciamo così, gli onori di casa).

Mi guardo intorno, guardo la stanza stile interrogatori a Guantanamo, guardo il tavolaccio nudo su cui è poggiato SOLO il MIO portatile, guardo il mobile metallico dentro cui sono blindati e piombati a chiave – che ha lei – una spillatrice, due penne e un mucchietto di elastici, guardo i cassetti vuoti.

“Benissimo” rispondo.

Se ne va ringhiando soddisfatta.

Primo giorno di lavoro alla Regione Basilicata

La situazione logistica è la seguente:

1) nessuno sa dove mettere i 13 esperti di valutazione e monitoraggio POR selezionati con apposito bando. Per fortuna – o per sfiga – siamo suddivisi fra più Dipartimenti, quindi il problema da una parte sembra meno grave (una cosa è avere fra i piedi un plotoncino di 13 persone, una cosa è averne 2, come nel mio caso), dall’altra incoraggia la strafottenza dei nostri cosiddetti referenti, che si guardano l’un altro parlottando con fare circospetto e allargando le braccia come di fronte al responso della Sibilla cumana, e poi cercano di rientrare nelle loro stanze e chiudersi dentro a chiave per non incontrarci nei corridoi, che a tutt’oggi sembrano la nostra collocazione primaria;

2) dopo 24 ore di questa manfrina, oggi io e Stelvio, questo è il nick che meglio identifica il mio compagno di sventure regionali, abbiamo occupato una stanza in un sottoscala trafugando la chiave alla guardia giurata col solito vecchio trucco (io ho abbassato un pò la zip del maglioncino e ho fatto un bel sorriso al gorilla chiedendo un’informazione idiota, lui ha approfittato dell’attimo di distrazione);

3) la stanza dispone dei seguenti lussi da sibariti:

– porta e finestra (la circolazione dell’aria è assicurata);
– enorme armadio in metallo che si ricorda gli anni ’70 con ante scorrevoli che non scorrono più se non a rischio del mozzamento degli arti superiori, chiuso a chiave per proteggere n° 2 faldoni impolverati che contengono con ogni probabilità il testamento di Zanardelli;
– n° 2 scrivanie un tempo laccate bianche, ora di un colore fra il grigio topo e il marrone marcio;
– n° 1 tavolone quadrato tipo biliardo (infatti è verde), troppo basso per poterci infilare sotto una sedia e sedersi (ci ho provato, mi stavo tranciando le cosce) e quindi dalla funzione misteriosa (appoggia carte? piano per torture e sommarie esecuzioni?);
– n° 1 computer, questo almeno ultranuovo, dotato perfino di schermo ultrapiatto. Peccato che il virus Sassure abbia colpito il server della Regione, e quindi niente connessione alla rete, per oggi (si, vabbè);
– n° 1 stampante, dal dubbio funzionamento;
– n° 1 telefono Sirio che oh!! miracolo!! funziona!!
– n° 3 sedie di cui una decente, due buone per domare i leoni al circo (e quindi una delle due mi tocca di diritto).

Ci siamo barricati dentro e ora è di fatto la nostra stanza