Io e la cavalletta

Storia di un amore impossibile. 

Lei è entrata a casa mia la sera di Ferragosto e ancora ho da capire come ha fatto perchè va bene che le cavallette saltano, ma io abito al terzo piano. 

Ha tentato di fare colpo su di me saltando per tutta la stanza con un orribile rumore secco (ta-tac, ta-tac) e scambiando per manifestazioni di affetto i miei colpi di scopa e riviste illustrate, poi finalmente ha capito che non l’amavo e si è rifugiata nel ripostiglio.

Dopo tre giorni l’ho scovata sulla tenda del soggiorno, in alto ma dalla parte di dietro, quella che guarda verso il vetro. Allora le ho aperto il balcone e le ho parlato per una mezzoretta, cercando di convincerla a fare il salto che l’avrebbe portata verso la libertà.
Il fatto che fosse immobile mi ha convinto che si era arrampicata fin lì per morire guardando verso l’infinito mondo di fuori, con la luce del sole negli occhi.

Ho abbassato la serranda fino a 30 cm. da terra, lasciando aperto il vetro, nella speranza che seguendo la luce andasse a morire altrove. 

Da due gorni non la vedo più.
Sarà morta? Ma allora dov’è?
Sarà uscita, come speravo?
Ogni tanto mi pare di udire ancora il famigerato ta-tac,  è solo rimpianto d’amore? ad ogni buon conto, la porta della camera da letto la chiudo, quando vado a dormire.