Soooono stata al mareeee ….

.. e mi sono dedicata al mio sport preferito: la sociologia occulta, ovvero osservare la fauna umana che mi circonda e cercare di capire che gli passa per la testa e come evolve o involve l’uomo in situazioni estreme (e la vita di un villaggio turistico E’ una situazione estrema).

Appunti sparsi.

Prima di partire.
Mia sorella: “Attenta a non scottarti, che lì il sole picchia forte
Mia mamma: “Hai comprato l’Autan? Ci saranno un milione di zanzare, laggiù
Mio padre: “Ho sentito che il mare da quelle parti è pieno di meduse“.
E vabbè. Mi volete predire pure la grandine, le cavallette, le piaghe del bestiame e la tramutazione dell’acqua in sangue?

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Forse per via dell’Armageddon previsto dai miei familiari, devo avere davvero uno sguardo truce se perfino gli animatori, incoscienti ventenni caricati a Duracell, rotti a relazioni umane con qualunque tipologia di vacanziero, mi si tengono a debita distanza. E parliamo di gente capace di cantare e ballare – con acconcia coreografia – almeno otto volte al giorno, sotto qualunque condizione atmosferica (sole a picco, notte fonda) e su qualunque superfice (sabbia, cemento), una “sigletta” composta dal seguente testo:

Io amo l’estate
I love summer
I giochi i sorrisi coi tuoi animatori
mi ricordano te
Io amo la notte
I love night
Sarà il tomentone di questa avventura
vissuta con te
Peperere-rere-rere
Peperere-rere-rere

Ho le prove.

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Al tavolo della sala di pranzo di fronte a me ci sono due persone. Un uomo più o meno della mia età, e una ragazzina di 13-14 anni. Palesemente padre e figlia, si somigliano, hanno la stessa forma degli occhi, lo stesso modo di camminare. Probabilmente lui è separato dalla mamma di lei, e questa settimana al mare è una delle poche occasioni che hanno di passare un pò di tempo insieme. I rapporti però non devono essere idilliaci, perchè per 7 giorni, 21 pasti, i due si siederanno a tavola, si serviranno al buffet, mangeranno, berranno, si alzeranno per andarsene senza mai rivolgersi la parola, senza mai sorridere, senza mai guardarsi in faccia. Angosciante. Stare seduti di fronte a qualcuno riuscendo a guardare dappertutto tranne che – appunto – di fronte richiede allenamento, e una fermissima volontà di evitare qualunque contatto umano con il proprio interlocutore. Forse la ragazzina odia il padre, per aver fatto soffire la madre? Forse l’alternativa a questa noiosissima vacanza con papà era andare in un posto dove c’era il fidanzato, o gli amici? Negli occhi di entrambi colgo un fondo di sofferenza, lei la maschera da strafottenza – che palle, tutti ‘sti bambini, i balletti, i giochi, io non sono più una bambina, vorrei essere dovunque tranne che qui – lui non riesce a mascherarla troppo bene. Io che li guardo preferirei che si prendessero a ceffoni ribaltando i tavoli, invece di stare così, muti, gli angoli della bocca in giù, le sopracciglia aggrottate, guardando altrove. E invece lui fosse vedovo? Se l’astio sprezzante che ogni tanto traspare negli occhi di lei, affossando l’indifferenza, fosse contro la vita, e non contro il padre? Perchè siamo qui, a cercare di divertirci, e lei invece non c’è più? E se fosse la prima estate che passano senza di lei?

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Le mamme, i bambini. Devo dare ragione a mia sorella che dice che lo stile della mamma italiana è inconfondibile, e diversissimo dallo stile, ad es. della mamma statunitense, che spesso rasenta l’incoscienza. I bambini italiani sono seguiti, assillati, torturati, tenuti da una invisibile briglia cortissima a base di dove vai? fermati! non ti allontanare! stai qui! dai la mano a mamma/papà/nonno! e soffocati da cure parentali probabilmente non necessarie, come sciacquare il bambino in continuazione perchè non si sporchi di sabbia (al mare??), portarlo in braccio se no si scotta i piedi (al mare??), aiutarlo – di più: fare in modo che non ci pensi neppure, a farlo da solo – a togliersi e mettersi magliettine, ciabattine, cappellini, calzoncini, anche se hanno più di 5 anni. Risultato: il bambino dell’ombrellone davanti al mio, che forse ha anche qualche problema in più della media, ha PAURA di girarsi di schiena sul lettino, di mettere i piedi nella sabbia, di fare il bagno a mare, di togliersi il costume. E paura significa che piagnucola terrorizzato finchè la mamma non lo prende in braccio e lo costringe. Prevedo un futuro da nevrotico, o forse da omosessuale.

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Il bambino di 6 anni si è tolto il costume – anzi, glielo ha tolto la mamma, ovviamente – per cambiarselo, e si avvia trionfante col pisellino di fuori alle docce. La bambina dell’ombrellone affianco, 5 anni, che rideva e giocava fino ad un attimo prima, ad un tratto tace, lo sguardo calamitato da questa del tutto inattesa e probabilmente traumatica scoperta. Fissa gli occhi dilatati dallo stupore sul pisellino, serissima, lo segue con lo sguardo per tutto il tragitto fino alle docce e ritorno, e

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si tocca il davanti del costumino, furtivamente, quasi ad assicurarsi che lei quella strana proboscidina non ce l’ha. Forse l’invidia del pene – ammesso che zio Sigmund ci abbia preso – comincia così.

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Le scoperte di quest’estate: l’immmenso silenzioso lungomare di N. la mattina presto, la granita di ananas corretta al rhum (modestamente, invenzione della sottoscritta), l’amore incondizionato che comincio a provare per l’attrezzo a due ruote e pedali, il piacere insostituibile di una compagnia di un certo tipo.

Il pane e i denti /2

Leggo da qualche parte, cercatevelo da soli, di Angelina Jolie – che, vi vorrei far notare per inciso, ha per marito BRAD PITT – per avere i suoi gemelli ha fatto ricorso alla inseminazione artificiale per “evitare lo stress dei tentativi di concepimento”.

Ora.

A me Brad Pitt non piace particolarmente, ma ANGELINA!!!  Ti rendi conto che i “tentativi di concepimento” significa un tot di sbracamenti e andirivieni con BRAD PITT???  ma che te lo sei sposato a fare, per la ricchezza della sua conversazione? per come strapazzava le uova al mattino? per avere qualcuno con cui giocare a Risiko nelle fredde sere d’inverno?  per avere qualcuno che ti mettesse le valigie sulla reticella del treno, come diceva una mia amica, elencando le uniche due cose per le quali secondo lei serve un uomo – e la prima era appunto lo sbracamento di cui sopra? 

“Bambini? Preferisco cominciarne cento che finirne uno!” diceva Paolina Bonaparte. Altre tempre di dive.

Piste ciclabili

Scena: pista ciclabile intorno ad un tranquillo laghetto artificiale di montagna, una domenica mattina di sole.

Personaggi ed interpreti: io, e tutti gli altri utenti della suddetta pista ciclabile, fra i quali, non dimentichiamoli, i temibili bambini e gli ancor più temibili genitori dei bambini.

Caso 1: l’incoscientino di cinque anni pedala a tutta velocità sulla sua biciclettina alla quale hanno appena tolto le rotelle. Fa tenerezza, vero? Un piccolo dettaglio: per vedere di quanto ha umiliato la sorellina su uguale biciclettina del cazzo, il frugoletto pedala a tutta velocità ma guardando dietro. E chi guarda dietro mica può vedere che succede davanti, no? Per esempio io che vorrei sopraggiungere tranquilla pedalando diritto e invece devo fare lo slalom tra i frugoletti di questa cippa

Caso 2: il finto professionista strafighissimo con tutina aderente in colori che fanno male agli occhi e bicicletta spaziale fosforescente, che pur procedendo più o meno alla stessa velocità di una moto di media cilindrata (cazzo, sono quasi professionista, io), guarda in basso per controllare se ha ingranato proprio quella marcia speciale che usa Armstrong per affrontare l’Isoard. Ovviamente contromano, cioè tenendo la sinistra.

Caso 3: la pista ciclabile, lo dice la parola stessa, è fatta per i cicli. Per mezzi con le ruote e i pedali. Se avessero voluto farla per i pedoni, l’avrebbero chiamata pista pedonabile. E passi per i joggers, obiettivamente la strada rotabile è pericolosa, già un paio sono morti spiaccicati. Però cazzo, tutta la santa famigliola col carrozzino dell’ultimo arrivato, le zie, i nonni, i frugoli che corrono avanti e indietro, tutto il benedetto parentame che occupa tutta la carreggiata della già ristretta pista ciclabile, e ti guardano pure storto quando tu arrivi urlando ATTENZIONE! PERMESSO! ATTENZIONE!  caso mai gli schiacci il piedino a uno dei satanassi che corrono e questo NO, cazzo!!

Repetita

La settimana scorsa i bambini rastrellati e trucidati dai nazisti, per i giorni della memoria.
Stasera bambini rastrellati e trucidati dai comunisti di Tito, per i giorni della par condicio.

Ecchecazzo, fatemi vedere la favola di Biancaneve, domani.