Io e la cavalletta

Storia di un amore impossibile. 

Lei è entrata a casa mia la sera di Ferragosto e ancora ho da capire come ha fatto perchè va bene che le cavallette saltano, ma io abito al terzo piano. 

Ha tentato di fare colpo su di me saltando per tutta la stanza con un orribile rumore secco (ta-tac, ta-tac) e scambiando per manifestazioni di affetto i miei colpi di scopa e riviste illustrate, poi finalmente ha capito che non l’amavo e si è rifugiata nel ripostiglio.

Dopo tre giorni l’ho scovata sulla tenda del soggiorno, in alto ma dalla parte di dietro, quella che guarda verso il vetro. Allora le ho aperto il balcone e le ho parlato per una mezzoretta, cercando di convincerla a fare il salto che l’avrebbe portata verso la libertà.
Il fatto che fosse immobile mi ha convinto che si era arrampicata fin lì per morire guardando verso l’infinito mondo di fuori, con la luce del sole negli occhi.

Ho abbassato la serranda fino a 30 cm. da terra, lasciando aperto il vetro, nella speranza che seguendo la luce andasse a morire altrove. 

Da due gorni non la vedo più.
Sarà morta? Ma allora dov’è?
Sarà uscita, come speravo?
Ogni tanto mi pare di udire ancora il famigerato ta-tac,  è solo rimpianto d’amore? ad ogni buon conto, la porta della camera da letto la chiudo, quando vado a dormire.

Io e il pipistrello

E soprattutto: non mettete MAI l’aglio fuori, sul davanzale della finestra, in un cestino di vimini coperto con un altro cestino di vimini capovolto. Potrebbe succedervi quello che è successo a me, che ho aperto la finestra, ho allungato una mano, ho scoperchiato il cestino di vimini per prendere l’aglio e mi sono trovata a tu per tu con uno schifosissimo pipistrello.

Va bene, piccolo, e sicuramente più terrorizzato di me, ma pur sempre un orribile PIPISTRELLO peloso  che preso dal panico tentava di entrarmi in casa. 

Ho lanciato un urlo che ha provocato simultanea apertura di finestre ed affacciamento di condomini nel mio palazzo ed anche nel palazzo affianco, e ho sprangato la finestra con tale violenza da incastrare (secondo me) il piccolo Batman fra il montante e il vetro. Ho sentito un verso simile ad uno squittio prolungato che mi ha messo in angoscia tutta la serata.  Sono stata costretta a demandare la rimozione del cadavere a terzi, e a tutt’oggi non ho il coraggio di aprire la finestra della cucina, con grande sollievo dell’aglio ivi collocato.