Bisognerebbe stare più attenti.
Bisognerebbe dedicare più tempo ai rapporti umani, molto di più di quanto non facciamo.
Bisognerebbe pensarci, quando si saluta un amico-collega, e non dare per scontato che tanto (domani? un altro giorno?) lo vedremo ancora. Da quando ho saputo che Adriano non c'è più, sto cercando di ricordare quando è stata l'ultima volta che ci siamo visti. Credo di poter dire con certezza che è stato forse a Febbraio, o Gennaio: faceva freddo, io quella mattina avevo di sicuro fatti i miei chilometri di corsa, perchè non avevo fatto in tempo a fare colazione, avevo freddo e fame. Ci siamo incontrati al bar, e mi ha offerto la colazione. Poi, certo, ci saremo incrociati ancora, lungo i corridoi, ma di quella volta ho un ricordo abbastanza preciso: come stai, che fai, il suo solito garbo sorridente, il suo modo schivo di parlare di sè e del suo lavoro, quella sottile invisibile amarezza che sempre lo accompagnava. Però adesso vorrei ricordare con ancora maggiore precisione le parole, ricordare cosa ha consumato lui, cosa ci siamo detti parola per parola.
Vorrei averlo salutato con più calore, vorrei averlo, che so, abbracciato.
Perchè ci distraiamo, perchè non stiamo più attenti alle persone che incontriamo, con cui parliamo?
Perchè non mi è più capitato di cercarlo? Bisognerebbe stare più attenti, bisognerebbe trovare il tempo di stare di più insieme. E' successo così anche con Cecilia. Quello che mi ronza in testa in queste ore è proprio questo monito, questo “teniamoci stretti, perchè la notte è buia” che forse è evangelico, non me lo ricordo, o forse no, però mi pare il paradigma perfetto dell'idea che se ci muore un amico siamo un poco più soli, lui resta indietro e noi continuiamo la strada, un po' più tristi, con un po' più di difficoltà. “Teniamoci stretti” è quello che ho detto a tutti gli amici che ho abbracciato in queste ore, quelli che condividevo
con Adriano, e non volevo intendere solo “in questa circostanza”, “per lenire il dolore”: volevo proprio dire “teniamoci stretti”, frequentiamoci di più, stiamo di più a contatto gli uni con gli altri. Stiamo più attenti alle cose che ci vengono dette, ai gesti che facciamo e che ci vengono fatti.
Buon viaggio, Adriano.
Scusami, se non ti ho più cercato, e scusami, se non ricordo bene cosa ci siamo detti, quella mattina fredda che mi hai pagato il cappuccino e il fagottino di pasta sfoglia.