Controllo bagagli al metal detector, aereoporto di Napoli Capodichino.
Io passo, senza problemi. Il mio trolley passa.
Poliziotto davanti allo schermo: “Ferma un attimo il bagaglio della signora. Signò, ma che portate, una mozzarella?” e fa cenno al collega di controllare.
Io, già bordeaux: “No, in effetti è un provolone“.
Il poliziotto addetto al controllo apre, tasta, poi tira fuori e annusa davanti a circa 2.000 persone uno splendido caciocavallo podolico di circa un chilo e mezzo. “Si, si, è proprio un provolone” dice al collega, serissimo, mentre le altre 1.998 persone stanno più o meno fra la risatina e lo sganascio, e mentre io mentalmente depenno il provolone dai possibili doni per parenti lontani, come avevo già depennato la soppressata, quando allo stesso punto di controllo un altro poliziotto (o forse lo stesso, chissà), sventolò verso l’universo mondo una busta di salami sottovuoto, mentre io desideravo solo che si aprisse una botola sotto i miei piedi e mi trascinasse nel regno del Bianconiglio.
Il sospetto che una mia foto segnaletica insieme a foto di generi alimentari tipici vari campeggi nei posti di frontiera di tutta Italia è diventata certezza.
