Stamattina cazzeggio, facendo l’equivalente informatico del disegnare fiorellini sui blocchi degli appunti ad una conferenza, mentre siamo tutti in calda e afosa attesa del verdetto finale per l’ormai mitica SPLP: Scadenza Progetto Leader Plus. Ci giochiamo ai dadi le due possibili opzioni: 8 Agosto, un rinvio del cazzo per il progetto ma perfetto per le vacanze, e il 21 Agosto, con caratteristiche inverse. Chi verrà a lavorare Sabato 16 Agosto?
I vacanzieri incalliti hanno già messo un muso lungo un chilometro. Io me la rido, perchè la mia situazione personale e sentimentale difficilmente mi consentirà – che culo, eh? – di andare in vacanza, e quindi ecco trasformata una sfiga cosmica in un’opportunità di fare la stakanovista e dare ad intendere che sono IO quella che lavora più di tutti qua dentro, ipotesi che mi fa ridere anche solo a vederla scritta. E poi ieri, con un colpo di teatro degno di Eduardo De Filippo, ci è stato accreditato lo stipendio di Giugno, quindi non abbiamo molte scuse per non lavorare indefessamente fino al 20 Agosto, quando presumibilmente ci verrà accreditato lo stipendio di Luglio.
La stampante principale dell’ufficio, che fa cose che voi umani non potete neppure immaginare, è andata misteriosamente in blocco, o meglio, non funziona più il collegamento di rete che la unisce con cordone ombelicale informatico ai nostri terminali, per cui da qualunque stanza vogliamo stampare fronte/retro a 2.000 pagine al secondo le nostre cazzate, possiamo farlo. Potevamo farlo. Oggi ci tocca accontentarci delle stampantine personali, che pure abbiamo sontuosamente in dotazione, peraltro anch’esse tutte in rete, quindi la regola che ne viene fuori è che ognuno stampa su qualunque stampante gli giri, purchè non sia la propria, così ha una scusa per alzarsi e andare in un’altra stanza.
Le scorte alimentari, che d’inverno riempiono cassetti e armadietti nascosti, e che sono altra motivazione sufficiente per migrazioni verso altre stanze più fornite (“hai qualcosa da mangiare?” è la frase che apre ufficialmente un break) tendono curiosamente verso la carestia; nel frigo c’è solo acqua e uno yogurt aperto scaduto il mese scorso. Ho messo su un CD con canzoni degli anni fra il 1974 e il 1977, per ricordarmi che pure io ho avuto estati di un’adolescenza passabilmente felice, se non altro perchè totalmente priva di brufoli ed herpes, per una fortunata alchimia ormonale, che purtroppo si è vendicata regalandomi quei 10 chili di sovrappeso che non sono mai più riuscita a seminare (“cerco di perdere peso, ma lui continua a trovarmi”, diceva una scritta su un ciappino americano per i tegami ).
E su questa musica d’antan aspettiamo che il telefono squilli e ci dica esattamente di quale morte dobbiamo morire …
