Ieri sera uno spettacolare acquazzone con lampi e tuoni e tutto l’armamentario scenico dell’autunno incombente (lo sapevo, lo sapevo io che il tempo si guastava in proporzione all’avvicinarsi delle mie vacanze) ha fatto abbassare il termometro di quasi dieci gradi. Quindi si lavora col fresco, tanto che io e la buddista abbiamo concordato una chiusura della finestra che ormai era spalancata da circa due mesi (con risultati vani, peraltro, durante il solleone: passare dalla stanza dei tecnici munita di aria condizionata, alla nostra, era come passare dalla Norvegia ad un suk arabo, con la sensazione che qualcuno ti inseguisse per la stanza tenendoti un phon puntato alla tempia).
Il tentativo di stare dietro alle esigenze progettuali dei molteplici gruppi e gruppetti di lavoro che si sono formati per decantazione nel MegaProgettoneMultiplo sta dando risultati grotteschi, talvolta drammatici, spesso surreali. Le riunioni, formalmente convocate o informali o nei corridoi o nei cessi o per strada, telefoniche o e-mailiche o de visu stanno raggiungendo la preoccupante media di 5 al giorno. C’è una mia collega, che non lavora nella nostra società, che fa ogni giorno come una trottola impazzita 150 km. da casa sua al suo ufficio (in un’altra città), al nostro, ai luoghi di riunione, e ogni giorno è un pò più rincoglionita e bisogna svegliarla a ceffoni e caffè in endovena prima che inizi a carburare un suo contributo. Io ho tenuto anche due riunioni in contemporanea, saltando da una stanza all’altra in due palazzi diversi (per la cronaca, nessuno si era accorto della mia assenza in nessuna delle due riunioni).
La mole di materiale che gira sulle caselle di posta sta raggiungendo proporzioni ministeriali, e siccome i furbi sono sempre in agguato, perchè alla fine si riesca ragionevolmente a dire chi ha lavorato a che cosa, l’Architetto manda tutto solo in formato .pdf senza possibilità di copiatura, più qualche virus ai collaboratori/concorrenti più rompicoglioni 🙂
Si incrociano documenti, lamentele, critiche, cazziatoni, panini caffè gelati, qualche rara preziosa collaborazione reale, occasionali coincidenze di pensiero creativo e strategie di “implementazione delle Azioni” (bello, eh? l’ho usato a profusione nei documenti che ho curato io).
Però lasciate che ve lo dica: questo lavoro creativo, che ti obbliga a spremerti le meningi e capire e sintetizzare e centrare il problema in dieci righi, insieme ad altri cervelli giovani (bè, insomma, media 40 anni) mi piace da impazzire. Oggi che non fa caldo, mi sento viva.
La SPLP si avvicina ….
