La città che non ti aspetti

Stasera sono andata a mangiare la pizza con una coppia di amici. Per arrivare in pizzeria, ho fatto una strada che faccio 20.000 volte all’anno, e che si caratterizza per il suo assoluto anonimato: dritta, liscia, vietato parcheggiare sia a destra che a sinistra, la classica strada di collegamento: la fai, e non ti rendi manco conto di averla fatta. E’ trafficata solo una volta all’anno, a Novembre, perchè è la strada che fra gli posti porta al cimitero. Ma Novembre è molto lontano, quindi il mio stupore era genuino quando stasera sono rimasta imbottigliata proprio in questa strada, ad un certo punto della quale cartelli e vigili costringevano a percorrere a doppio senso un tratto che è sempre stato senso unico, cosa che non succede nemmeno a Novembre. Che è successo?

E di colpo, la soluzione del mistero. In fondo a questa strada, ad un crocevia così veloce che nessuno si ferma a pensarci, c’è una chiesa. La chiesa consacrata a S. Rocco, uno dei santi più venerati del meridione d’Italia, dove peraltro non mise mai piede, essendo un pellegrino francese che arrivò al massimo al Roma. Ebbene, in quel crocevia dove nessuno etc. etc., stasera c’era festa, la festa che ho descritto qualche blog fa, ma che non ricordavo assolutamente facessero anche nella MIA città, perchè non ricordavo dell’esistenza di QUELLA chiesa, davanti alla quale, come detto, passo decine di volte.

Si vede che non ero mai rimasta in città il 16 Agosto, ho pensato. Era bellissimo vedere tutte quelle bancarelle, le luci colorate montate sugli architravi di legno, la banda, e tutta quella folla, e quell’aria di festa paesana, lo zucchero filato, i palloncini a forma di delfino, le bancarelle con noccioline e semenze varie, i gelati, le ragazze sbracciate e con pretese di eleganza, pantaloni a vita bassa, magliettina corta, che camminano a braccetto con le amiche, per farsi vedere dal ragazzo che cammina in senso opposto, spavaldo insieme agli amici, camicia con le maniche rimboccate, gel nei capelli scuri.

E le signore sedute in estatica ammirazione davanti alla statua di Padre Pio, nel cortile della Chiesa (ma che c’entra Padre Pio con San Rocco, la cui statua è dall’altra parte, nel cortile davanti? ci sarà una competizione paradisiaca?), fiori, musica, pianti di bimbi, chiacchiericcio allegro e sudato, voglia di stare insieme ….

Sono passata, per un verso con sollievo, stavo facendo tardi, ma dall’altro con rimpianto, avrei voluto mischiarmi alla folla. Un pensiero mi ha attraversato la testa, e se non potessi farlo più? se questa fosse l’ultima occasione ? (è una fissa mia, penso sempre che per correre dietro ad un improbabile futuro mi perdo un sacco di cose del presente, ma poi finisco sempre comunque col tirare dritto).

C’è sempre una città che non ti aspetti, anche quando ti pare di conoscerla da una vita.

Buonanotte, buon San Rocco.

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