Giorno due: la risposta alla mail fatta all’Osservatorio del Mercato del Lavoro si è materializzata sotto forma di un giovane che ha bussato alla mia porta. Fisicamente. Di fronte al mio stupore per la trasformazione del virtuale in reale, mi ha spiegato che lui lavora con mezzo contratto all’Osservatorio, con l’altro mezzo nei miei stessi Palazzi. Ha annotato diligentemente la richiesta, e stamattina mi arriva una mail che dice che lui li ha sì trovati, ma li ha girati alla Direttrice dell’Osservatorio, che li manderà “in via ufficiale”. La frase mi provoca brividi, perchè può voler dire fra 20 giorni, e in formato cartaceo.
Il sito dell’Istat ha molte banche dati divisi per regioni. Un bel servizio, user friendly, gratuito. Però la banca dati che servirebbe a me più di altre, se cliccata, genera l’inquietante messaggio “503 – Service Temporarily Unavailable”. Trovo l’indirizzo del centro assistenza e scrivo una mail. Mi rispondono in tempo quasi reale che effettivamente c’è un problema del server, che verrà risolto “entro il 15 settembre“.
Gasp.
E aggiunge che “per i dati che mi occorrono posso far riferimento al Contact Center“. Ho fatto tutta la sacra trafila: iscrizione, accreditamento, recupero della pw via mail, cambio della pw, accesso. Ho fatto la richiesta. Mi immagino un povero sfigato dietro al computer, unico rimasto nella sede romana dell’Istat, con il ventilatore a pale acceso e le ragnatele che lo legano alla scrivania, che riceve la mia mail, mi maledice, e bestemmiando va curvo ad aprire polverosi faldoni mangiati dai topi per cercare i dati che mi servono, e li trascrive con una penna d’oca su pergamena, aggiustandosi gli occhialetti unti. A me “Istat” mi genera questo tipo di associazioni, che ci volete fare. Aspetto la pergamen mail di risposta.
