Su la testa

Sono viva, eh.

Un pò acciaccata, ma viva. Uscita indenne dagli Open Days sulla creatività, una manifestazione nella quale gli uffici regionali hanno avuto modo – insieme a quelli europei – di mostrare al mondo intero tutta la loro stupefacente capacità di andare per strade diverse a mete diverse, portando però tutti un cartello nel quale c’era scritto che si andava nello stesso posto.

Sia ben chiaro che nella competizione che nessuno vuole ammettere di aver sostenuto, in questa circostanza, ho vinto io, con il mio gruppo di lavoro. Ne ho le prove fotografiche.

 I posti delle autorita

Questa foto (credits: Alberto Cottica) si intitola “I posti delle autorità” e la dice lunga su quanto ormai la formula del megaconvegnone nel quale c’è gente che parla e altra che accorre per ascoltare passivamente, separati da un tavolo di legno, abbia fatto il suo tempo, a meno che fra i relatori non sia seduto Dario Fo o Barack Obama.

Io ho preferito lavorare su un contesto più creativo (a proposito, non era questo il tema della giornata?), in mezzo a persone con età media 35 anni, sporcandosi un pò le mani per avere la gioia di vedere che le idee che hai in testa si trasformano in qualcosa.

 fablab

 

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Esercitare la dignità sembra pagare, in questo come in altri contesti: lo stupore livoroso appena trattenuto della nostra kapa, ad es., che non si capacita del fatto che non siamo davanti alla sua porta in lacrime a piagnucolare un contratto, visto che il nostro scade a Dicembre, non ha prezzo. Per tutto il resto, c’è lavoro che si fa altrove: sudato, pagato a tratti, ma che consente di passare indenni davanti a porte pericolose, e restare sempre a galla. Certo, con amarezza, e un pò di ansia.

Io, a sprezzo di ogni pericolo, avrei cambiato la macchina. Il condizionale è dovuto alla circostanza che di fronte al timbro co.co.co. stampigliato inequivocabile sulla mia busta paga il concessionario ha stretto le labbra, e mormorato una preghiera. Certo, se mi bocciassero il finanziamento, il fatto sarebbe in netta contraddizione con la settimanale rottura di coglioni della signorina Agos che mi telefona per sapere se ho bisogno di soldi, visto che nella loro sede, attaccata al muro, c’è la mia foto ornata di lampadine luminose e con lumini accesi sotto, data la mole non insignificante di finanziamenti richiesti e restituiti fino all’ultimo cent. Però, c’è la crisi, e anche di questo bisogna tener conto.

Per scaramanzia, le foto della macchina nuova le posto la prossima volta.