Tema: la mia nuova vicina di stanza

Svolgimento.

La mia nuova vicina di stanza in ufficio è un incrocio fra Maga Magò e Gegia. La sua caratteristica più rilevante è la sua incapacità di passare inosservata, quando c’è (e

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devo dire che non c’è tanto spesso). Ella, infatti, ha la curiosa abitudine di chiudere la porta della MIA stanza se, passando, la trova aperta. Le prime volte ho creduto ad un gesto involontario, ma con il passare dei giorni mi sono dovuta ricredere e alla fine ho anche compreso il senso, di questo suo gesto gentile: ridurre al minimo il fastidio causatomi dalle emissioni acustiche, di molteplice natura, che la mia gentile vicina di stanza è incapace di trattenere.

Ella, per esempio, non parla al telefono: ella sbraita, sfancula, ordina e impreca. E sempre con un tono di qualche decibel superiore al passaggio dei MIG libici sopra Lampedusa, come se l’interlocutore fosse sperduto nel deserto invece che due stanze dopo la sua. Ma anche se l’interlocutore è presente live nella stanza il tono non diminuisce. Non di rado ciò urta le persone con le quali parla (si fa per dire), che rispondono a tono, con un effetto suk di Smirne che costituisce quasi una attrazione turistica. Questo anche perchè il forbito linguaggio della mia vicina trae ispirazione da quello delle gentili signore che abitano nelle vie cosiddette “dei Quartieri Spagnoli” a Napoli, con aggiunta di interiezioni tutte lucane ed un uso generoso del pesante dialetto locale e di scelto e folkloristico turpiloquio e discesa dei santi del paradiso.

La mia vicina di stanza, poverina, deve soffrire di un serio disturbo alle articolazioni degli arti superiori, o forse di una qualche grave malattia delle mani, perchè le sfugge di mano qualunque cosa: la porta (che dunque SEMPRE si chiude con un fragoroso tonfo), gli sportelli dei mobili di ufficio e i cassetti (idem), la finestra (idem), la spillatrice e qualunque più o meno pesante attrezzo da ufficio. Questi ultimi vengono purtroppo lasciati cadere sul piano della scrivania, con rumori secchi e improvvisi per i quali prima o poi mi verrà un infarto.

La mia nuova vicina di stanza è tanto gentile e simpatica.

Ma prima o poi la strangolo.