Freddo, varie ed eventuali

Una settimana che inizia con me che mi scortico le gambe per una operazione Egitto d’emergenza non può portare nulla di buono. La colpa è di Gaetano Brindisi, che ha dichiarato stamattina che la settimana che sta per arrivare avrà temperature semi estive, e chi può se ne vada al mare. E quindi io ho riesumato robe che scoprono le gambe e scarpe di tela.  Con l’ovvio risultato che sto battendo i denti. La colpa, però, se vogliamo, è anche del regime alimentare da Hongerwinter olandese a cui mi sto sottoponendo da circa 5 settimane. Le calorie non si chiamano così per caso: ridurne in modo consistente il numero porta la tramontana negli organi interni. Non so come spiegarmi, è un freddo che si percepisce chiaramente venire da dentro, e non da fuori, o almeno non solo: stanotte ho dovuto raddoppiare la coperta e ispessire il pigiama. A me poi il freddo, quello esterno, stagionale, porta anche alcuni spiacevoli effetti collaterali che per quanto questo sia un blog aperto e comunicativo anche – diciamolo pure – di cazzi miei, non starò qui a raccontarvi nei dettagli. E che si sono presentati stanotte, a riprova del fatto che comincia a fare freddino anche fuori, ecco.

Registro intanto con viva preoccupazione l’aumento delle catastrofi naturali in giro per il mondo, e anche molto vicino a noi. A parte tutte le ovvie considerazioni già fatte altrove – l’abusivismo, la tragedia annunciata, etc. etc. – non posso non annotare un paio di stupide e collaterali considerazioni del tutto personali: 

1. ma allora è vero che Berlusconi porta rogna: io, sinceramente, due catastrofi naturali in Italia così ravvicinate nel tempo non me le ricordo; 

2. solo la tragedia siciliana ci mancava, per dare modo a mia madre di aggiungere un’altra ansia alla lista: e cioè che anche a casa nostra possa franare addosso la montagna (inutile rilevare che noi abitiamo sì in montagna, ma una montagna, che incomba sulle nostre case, proprio non c’è; e che abbiamo passato il terremoto del 1980, del 1990 e del 1998 senza che i nostri palazzi facessero un plissè – grazie, papà; che nessuna delle case del quartiere è abusiva; che comunque, alle brutte, abitiamo al secondo e terzo piano, ed è difficile che il fango arrivi fin là); 

3. (ma questa è proprio scema), l’albergo inquadrato in tv dove sono stati ricoverati un bel pò di sfollati è esattamente lo stesso dove sono andata in vacanza ad Agosto. Mi ha fatto impressione: da luogo di vacanza, relax, baldoria, risate, mohijto e caldo tropicale è diventato luogo di transito della sofferenza, della paura, dello spaesamento e sradicamento, dell’umiliazione di dover chiedere e dell’incertezza del futuro.

Colonna sonora offerta dagli Eurythmics.