Idroavventure / 3

Sottotitolo:  il mio bagno ed io, storia di un amore difficile.

Come forse i più attenti di voi ricorderanno, il bagno nella casa in cui ho la fortuna di vivere è vecchio, trapanato da (apparentemente) decine di inquilini prima di me, e mi si rivolta contro anche se lavoro per lui.

Il rubinetto del lavabo perde. Una goccina minuscola, plic plic. Ho provato a cambiare i tacchetti delle manopole, ma è servito a poco. La mia anima di recente conquistata alla causa ecologista però soffre, di fronte a quel palese spreco di acqua potabile. E quindi sabato l’ideona geniale: prendo una gigantesca bacinella di plastica, che a stento riesce ad essere contenuta nel lavabo, e la metto sotto al rubinetto. Così – genialissima – raccolgo l’acqua e la potrò usare, che so, per lavare i piatti, innaffiare, farmici il bagno, perché no?

Adesso vi pregherei di concentrarvi sul concetto di goccina minuscola (plic, plic) e di bacinella gigantesca, perchè ci tornerà utile in seguito.

Complimentandomi con me stessa, esco di casa alle ore 12:15.

Rientro alle ore 21:00. Vado in bagno per lavarmi le mani, e oh! stupore! a momenti mi spacco l’osso del collo scivolando sul pavimento bagnato.
Del bagno.
I pochi neuroni rimasti nella mia scatola cranica ci mettono qualche secondo per illuminare con un neon il titolo: “Acqua sul pavimento del bagno: analisi e prospettive”.

Non ci vuole molto per comprendere fino in fondo l’orrore capitato in quelle 9 ore circa di solitudine casalinga. La goccina (ricordate? la minuscola goccina, plic, plic) ha riempito completamente l’enorme bacinella, e l’acqua ad un certo punto ha cominciato a traboccare nel lavabo. E qui, devo dire, c’è stato il colpo di genio del quale mi attribuisco tutto il merito: la bacinella era collocata in modo tale da ostruire sia lo scarico ordinario, sia il troppopieno, la fessura orizzontale che dovrebbe servire appunto ad evitare allagamenti se lo scarico si ottura. E quindi, la fantastica stronzissima goccina (plic, plic) ha finito col riempire anche il lavabo, e alla fine l’acqua ha trionfalmente cominciato ad invadere anche il pavimento, in una versione casalinga e più umile della cascata delle Marmore.

Non vi dico la mia giuoia, nel dovermi mettere ad azzuppare acqua da terra ad ora di cena, strizzare un ormai affogato tappetino, spostare la pesantissima bacinella senza farne cadere altra acqua, e varie ed eventuali (asciugare i mobili del bagno, ad esempio, perchè la goccina – plic, plic – se cade dove c’è già altra acqua schizza tutto intorno).

E così, un altro radioso incontro con l’idraulica di casa mia è finito. Non perdetevi la prossima puntata : “La volta che ho spaccato tutto per fare l’autolettura del contatore”.

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