Thai forever

Un centro di massaggi thailandesi si apre a 20 mt. dal mio portone. Come resistere?
Acquisto un pacchetto di 5 massaggi “Regno di Thailandia” (sconto del 10%).

Oggi, il primo massaggio.

Il luogo è esattamente come te lo aspetteresti: luci basse, incensi, legno, divanetti di velluto, separée di finto bambù, cuscini ricamati, arazzi con ricami di scene di risaie, Buddha di finto avorio ed elefanti di finto ebano dovunque (uno, gigantesco ed un pò inquietante, all’ingresso). La massaggiatrice si presenta con un inchino a mani giunte, mi fa togliere le scarpe e le porta via su un vassoio, dandomi in cambio un paio di babbuccette morbide. Mi dice il suo nome: Chat, o Sciat. Mi porta in uno spogliatoio e mi spiega cosa devo mettermi addosso dopo essermi spogliata dei miei panni occidentali: una camicia di garza leggera e un enorme paio di braghe di cotone, da legare in vita e rivoltare sulla cinta. I miei vestiti e la mia borsa spariscono in un armadietto intarsiato, chiuso con chiavetta con nappina e con l’immancabile elefantino.

Dopo aver lottato un pò con le immense braghe (l’alternativa era uscire dallo spogliatoio reggendole con tutte e due le mani, roba da farmi ridere dietro fino a Bangkok) riesco più o meno a legarle ed esco. Sciat mi accompagna ad una saletta isolata da separé di bambù e mi indica di stendermi. Il luogo dei massaggi è un materassino ampio e duro, livello pavimento, con cuscini colorati. Sciat abbassa la voce fino ad un sussurro, si inginocchia, mi chiede “scusa se dovrò toccare suo corpo” (e come pensavi di farlo, il massaggio con la forza del pensiero?) e inizia.

Il massaggio thailandese non è tutto rose e fiori. Sciat incombe su di me e per massaggiarmi usa i piedi, i gomiti, le ginocchia. Praticamente mi cammina addosso. Quando preme coi gomiti in punti delicati ammetto di sentire dolore, anche se sopportabile. Lei sussurra: “Fa male?” Io stoicamente rispondo di no e lei sospira soddisfatta: “Brava, brava, siniora”. Usa olii profumati alla canfora, che danno una meravigliosa sensazione di fresco sulla schiena (anche se poi lo si paga con un insopportabile penetrante odore oleoso che si stampa sulla pelle e mi porto appresso per mezza giornata). Sciat si alza in piedi, tira braccia e gambe, le torce, le incrocia, le incrocia e le torce. La lascio fare, sempre più rilassata.

Sarebbe tutto perfetto, tutto molto orientale, se non fosse per l’insopportabile cicaleccio che proviene dalla attigua sala estetica: un interminabile insopprimibile gossip in puro put’nzes’ mediante il quale io e Sciat apprendiamo non pochi dettagli su un matrimonio riparatore (nome della sposa, nome dello sposo, famiglie identificate fino al terzo grado ascendente, discendente, collaterale e affine, abito della sposa, quantità e qualità delle portate del pranzo), se sia meglio il pranzo o la cena per un matrimonio, i consigli sui rapporti con i parenti del marito che la linguacciuta ha dispensato alla figlia, a quanto pare senza grosso successo, and so on.

Alla fine, mi rialzo in piedi, mi rimetto la camiciola, mi ricompongo (le braghe si sono scomposte durante il massaggio e torno allo spogliatoio, come era prevedibile, reggendole con le mani), mi rimetto i miei panni, esco dallo spogliatoio. Mi aspetta fumante tisana rossastra, non male, devo dire, da sorbire seduta su divanetto di velluto rosso, mentre Sciat in piedi mi guarda e sorride. “A che serve la tisana?” chiedo.

Sciat si porta le mani giunte al petto, fa un lieve inchino e sussurra: “A fale pipì”.

Ovvio.

Colonna sonora ovvia (anche se imprecisa) offerta da un fascinosissimo David “Duke” Bowie.

 

Una risposta a “Thai forever”

  1. Carina Sciat!!!!!
    Ho avuto anch’io una prima esperienza di massaggio totale la settimana scorsa: 1h 3/4 di massaggio senza sosta; non tailandese, occidentale, ma anche questo coinvolgeva i gomiti della massaggiatrice e olio (alla lavanda – che poi mi ha fatto bruciare un po’ gli occhi, pero’), e praticamente ogni parte del mio corpo dai piedi ai cuoio capelluto.
    Sono uscita dalla saletta che non riuscivo a parlare: strascicavo sillabe a caso senza connessione…anche li’ mi hanno dato tisana prima e bicchiere d’acqua poi, per liberami delle tossine (“Fale la pipi'”, appunto).
    Ci torno domani sera per un Swedish massage…vediamo 🙂 xxxx

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.