L’Aaaaapocaliiiisse! / 2

Update dell’update (sottotitolo: e quando tutto pareva finito …): mia mamma è stata capace di perdere il treno. Soluzione 1: rientrare stasera con l’Eurostar delle 20:00. Alla prospettiva di dover dare questa notizia a mio padre e sorbirmi altre 9 ore di monosillabi mi è partita la corda pazza e in un turbinio di carte, dopo un esordio a base di MI AVETE ROTTO I COGLIONIIIII !!!!! ho ingiunto a mia madre la Soluzione 2: prendere il primo treno utile per Salerno, sarei andata io a prenderla in macchina, sfidando nembi e strade interrotte.

Di fronte alla scomposta reazione della primogenita, i miei amati avi hanno ritenuto che era più prudente fare pace: si sono consultati via cellulare senza farmelo sapere e si sono accordati in perfetta sintonia per il comodo Eurostar delle 17:42. Arrivo alle 19:52. Prometto resoconti degli sviluppi, perchè mi sento che non è finita qui.

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Update: domani, cataclismi ferroviari e tormente di neve permettendo, la mamma dovrebbe tornare. Se così è, il conto dei danni si ferma a quanto registrato nella puntata precedente. Peraltro, la zia è stata operata con successo ed ora è orgogliosa proprietaria di una protesi in titanio alla testa del femore. Mia cugina è tornata a casa, con +1 creatura a cui badare e molta paura nel farlo.

Sarebbe un pò da indagare, però, questo generico senso di disagio che ho provato a tornare a vivere sotto il tetto paterno. Oddio, avrei poco da indagare, alla fine: riuscire a prendere un pò di sane distanze dalla mia iperpresente iperprotettiva soffocante famiglia senza affogare nei sensi di colpa è una delle poche conclusioni terapeutiche a cui eravamo giunti con il guru. Ho dovuto lavorare un bel pò prima di razionalizzare che le colpe erano al 50%: loro si protendevano verso di me, ma io facevo solo finta di volermi sottrarre, in realtà scivolavo verso di loro, come se fossimo caduti nella stessa cunetta, condannati a restare attaccati e sovrapposti. Family ties, cappi di famiglia.

Non ho smesso di essere a disagio, all’idea di essere qui e non avere più il mio spazio, e non ho smesso di sentirmi in colpa perchè mi sento a disagio. Le dinamiche dei rapporti fra i miei genitori sono fatti loro, non ne voglio sapere più niente, mi dice la parte sana di me. Sei un mostro, hanno praticamente solo te, a chi dovrebbero appoggiarsi? mi dice il serpentello velenoso che mi vive ancora dentro, ancorchè reso innocuo.

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Non sarà un caso però se la prima sera che ho passato qui ho avuto vaghi accenni di un notissimo malessere, che credevo dimenticato. Ormai però non mi frega più, e già il giorno dopo è andata meglio.

Va bene: domani sera, per festeggiare lo scampato pericolo, nonchè un contratto, che anche se con una miseranda proroga di 7 mesi, ci è stato assicurato fino a Giugno, mi concedo una serata da fimmina adulta, quale sono. Più o meno.

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