CAPIRE LE SOAP OPERA – Appunti per una sceneggiatura
(post nato da una prima colazione poco calorica)
1. nelle soap, nessuno muore mai veramente. Se la morte è presunta (sparizione nella boscaglia dove si è precipitati con l’aereo privato, naufragio su un’isola deserta, rapimento da parte di terroristi) ma anche se la morte sembra avere tutte le caratteristiche della realtà (incidente stradale, esplosione, incendio) il corpo non verrà mai ritrovato, per permettere all’attore di onorare altri impegni contrattuali e poi resuscitare un centinaio di puntate più in là.
2. come nelle comunità aborigene, parenti e affini fino al 6° grado compreso finiscono sempre con il copulare fra loro, e non si capisce come mai non vengano colpiti da malattie ereditarie dovute all’indebolimento genetico. Anche quando sembra arrivare un elemento esterno alla famiglia, prima o poi si scoprirà che è il padre (o il figlio, o il nipote) di uno dei membri del gruppo, di cui nessuno sospettava l’esistenza.
Corollario I: il concetto di “famiglia allargata” trova nelle soap declinazioni arditissime e ai limiti dell’esperimento sociologico, potendo succedere che a furia di incrociare parentele il padre diventi zio del fratello e che la figlia diventi la nonna di sè stessa.
Corollario II: tutti i mariti non possono avere figli perchè sterili. La sterilità cessa di colpo non appena il marito si concede anche una sola brevissima fugace sveltina con la nuova entrata nel cast, che resta immediatamente incinta.
Corollario III: i bambini che nascono nelle soap non sono mai del padre che sembrerebbe a tutta prima averli generati, ovvero il legittimo compagno – del momento – della madre; per una legge di compensazione, però, ogni protagonista si ritroverà prima o poi un figlio o una figlia che non sapeva di avere, nato/a da improbabili rapporti ante soap.
3. i tempi recitativi (si fa per dire) sono programmati in modo che non appena due amanti si scambiano un sia pur casto bacio, si apre una porta e vengono visti da qualcuno (il marito di lei, la moglie di lui, un terzo qualunque) che ne approfitterà per far partire un ricatto che durerà almeno 50 puntate.

😀 Tu vedi troppa tv, imho.
Del resto, “Don Lisander” ha avuto il merito (?) di averne inventato la traccia: lui ama lei, lei ama lui, arriva il terzo incomodo che manda tutto a carte quarantotto, capitano un casino di accidenti un pò a tutti, alla fine il cattivo muore e vivono felici e contenti. Ovvero, come distruggere i “Promessi Sposi”…:-))
ma con spirito critico, caro peppoz :))
Certo, certo, con spirito critico. E ci fai anche divertire 🙂
vabbè, la peste è una trovata geniale :))
a nessuno sceneggiatore di soap verrebbe mai in mente di far morire il cattivo di AIDS, perchè non hanno studiato :))
La figlia che diventa nonna di sè stessa… geniale.
Asp…aspè…con calma devo leggermi un pezzo dietro del blog…m’ero perso l’indiriss, ora linkerotti così bandiamo le incertess… besi pesi. DDA
però…le vedi proprio tutte ?:-P