Pierre

Aggiungo un altro personaggio alla galleria degli orrori del mondo nel quale lavoro: L., il p.p.p., piccolo pierre della politica (locale). Nessuno sa cosa faccia per guadagnarsi da vivere, e il capo, interrogato sull’origine di questo misteriosissimo personaggio, ha glissato signorilmente. Il suo compito, apparentemente, è: farsi notare dai dipendenti della società in cui lavoro, compresa la sottoscritta, per le sue conoscenze altolocate e la sua capacità di organizzare appuntamenti altrimenti impossibili.

Conosce perfettamente il numero di cellulare del mio capo, però chiama lo stesso in ufficio chiedendo di lui, sapendo benissimo che non c’è, e sapendo che per puro senso del dovere chi di noi risponderà farà la fatidica domanda: vuol lasciare un messaggio? Il messaggio sarà sempre vagamente surreale, e il nostro si irriterà se costretto a tornare alla dura realtà concreta.

Tipica conversazione telefonica con L.:

“Buongiorno, sono L. C’è il dottor X?”

“No, mi spiace, è fuori fino a domani. Deve provare sul cellulare. (sospiro) Vuol lasciare un messaggio?”

“Si, ecco, dovrebbe dire al dottor X che avevamo un appuntamento a Bari con il Presidente della Provincia Y per domenica alle 13:30. Il Presidente mi ha chiamato e mi ha detto che è impossibilitato a venire. Quindi non facciamo più il pranzo, ma abbiamo anticipato ad un aperitivo. Alle 11:30. Sempre a Bari.”

“Mi scusi, a Bari dove?”

“A Bari. Un aperitivo. Alle 11:30”

“Beh, Bari è un pò vago” cerco di tornare su questa terra, già mi vedo il capo girovagare per Bari fermandosi in tutti i bar a chiedere se hanno visto L.

“Il dottor X sa dov’è il posto” (irritato, nervoso).
Pausa.

“Comunque poi lo chiamo sul cellulare e glielo ricordo”

Passano 22 minuti.

“Buongiorno, sono L. C’è il dottor X?”

(oh Madonna) “No, è fuori città, fino a domani. Deve chiamarlo sul cellulare”.

“No, perchè volevo dirgli che io sono a Matera, se lui potesse passare in tarda mattinata, devo comunicargli che anche l’aperitivo è saltato. Bisognerà prendere un altro appuntamento con il Presidente Y, magari coinvolgendo anche l’onorevole Z. Può dirlo al dottor X?”

“Certo. Niente più appuntamento a Bari, nè per il pranzo, nè per l’aperitivo”.

“Esatto. E che io sono a Matera, se potesse fare un salto qui, magari nel pomeriggio”

“Questo non sarà possibile, COME LE DICEVO il dottor X è fuori città fino a domani”

Va bene. Magari lo chiamo sul cellulare e concordiamo un altro appuntamento” (ahhhwwnn!!!)

E così via, ogni giorno, più volte al giorno, da circa due mesi. Cambiano i posti, gli orari, i nomi delle persone, ma il dramma umano di L. è sempre lo stesso: cercare di far incontrare 3 o 4 persone, fra cui il nostro capo, senza riuscirci mai. E facendocelo sapere con dovizia di dettagli.
Chi sei, L.? Sei un disturbato mentale? Riusciremo mai a vederti in faccia? E quado ti vedremo, resisteremo alla tentazione di fissare un appuntamento con te?

4 risposte a “Pierre”

  1. Scusa, ma non hai ancora protestato con il tuo capo? E magari la tattica, “no, il capo non c’é aspetti un attimo che le passo la signorina x che è più informata di me” E gli fai fare due o tre giri con persone (d’accordo) che lo sballottano di qua e di la. Magari puoi anche cambiare solamente voce :-))))

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