La lunga estate calda (e innamorata)

Nonostante l’infelicità della situazione, stare a picchiettare su una tastiera di pc una lunga lettera d’amore in un rovente pomeriggio  di domenica di una interminabile estate calda, al buio o quasi, per limitare al massimo le fonti di calore, può avere un suo fascino.

Soprattutto se una mail è l’unico modo che hai di comunicare con un uomo, il tuo uomo, affidare le tue parole ad un doppino telefonico e sperare che lo raggiungano senza intoppi, che lui le veda e – miracolo – possa pefino risponderti.

C’è qualcosa di sacrale e speziato nel sedersi davanti al pc, in abiti leggeri, e cominciare a pensare a quello che vorresti dirgli, scriverlo e rileggerlo per sentire che effetto fa. Anche il suono del cellulare che ti avverte che è arrivato un messaggio, provoca un minuscolo tuffo al cuore, e temporeggiare, cincischiando col telecomando della tv, invece di precipitarsi a leggerlo, è un modo come un altro per godere. Per non parlare poi dell’avviare la connessione, riconoscere come una preghiera i misteriosi rumori del modem, vedere in basso a sinistra comparire il noto simbolino della Posta in arrivo, e poi vedere la SUA cartella che si grassetta, e il garrulo pc avvertirmi che c’è “n° 1 messaggi da leggere”.

Tutto questo mentre il sudore scorre a fiumi, non essendo la postazione del mio portatile messa in un punto particolarmente fresco. Ma anche quello viene offerto come un obolo al contenuto della mail in arrivo, che è sempre tenera, sempre commovente, sempre riesce a spremermi una lacrima, una sola, dall’occhio sinistro in genere, che scivola via e si mescola al sudore.

Un giorno tutto questo finirà, e credo che un pò mi mancherà.

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